CNR

Un nuovo CNR basato sul ricercatore-massa

Title: Un nuovo CNR basato sul ricercatore-massa

Subtitle: Tra mascherine e bavagli

Author: Diego Breviario1, ricercatore pericoloso protagonista, IBBA-CNR, Milano Italia.

Abstract

Il presente articolo analizza i recenti avvenimenti in seno al più grande ente di ricerca d’Italia, CNR, relativi ad una trasformazione in atto, di natura ambientale, che va selezionando un più funzionale ricercatore-massa rispetto al ricercatore tradizionale, indigesto protagonista.

Introduction

Si riportano dapprima alcuni concetti-funzione relativi a questo articolo, la cui validità è oggi oggetto di profonda revisione all’interno del CNR.

Ricercare. Etimologia della parola: Andare intorno; cercare di conoscere, di sapere chi è, o quale è, o dov’è (Treccani). Attività intellettuale che mira a informarsi su un argomento o a estendere e ad approfondire la conoscenza in modo sistematico (Dizionario Internazionale De Mauro). La ricerca è un lavoro creativo sviluppato con approccio sistematico e finalizzato ad aumentare le conoscenze (ReserachItaly).

Ricercatori. Professionisti impegnati nella concezione o nella creazione di nuove conoscenze, prodotti, processi, metodi e sistemi nuovi e nella gestione dei progetti interessati. Tutti i ricercatori che hanno abbracciato la carriera di ricercatore devono essere riconosciuti come professionisti ed essere trattati di conseguenza (Carta Europea dei Ricercatori).

Talvolta la ricerca viene declinata in Invenzione, cioè nell’ideare qualcosa di nuovo, qualcosa mai prima pensato (Dizionario Corriere della sera). Dal Latino inventare, intensivo di invenire (trovare), composto da in e venire (Una parola al giorno).

Rappresentanza. Rappresentanza può definirsi come quella figura di sostituzione per cui un determinato soggetto (rappresentante) compie il negozio nell’interesse di un altro soggetto (rappresentato) (La legge per tutti). Da cui Rappresentante, persona (o gruppo, ente o organo, istituzione) che rappresenta una o più altre persone (o gruppi, enti, ecc.) e agisce per loro conto.

La tesi di questo lavoro è che tutte queste definizioni e compiti siano stati o violati o in corso di radicale revisione laddove la rappresentanza non viene più interpretata come azione per conto dei rappresentati e la ricerca e l’invenzione non vengono più concepite come sforzo creativo individuale ma inserite in un programma gerarchico e di massificazione, simile a quello di un organizzazione militare o di una istituzione scientifica da regime totalitario (Il caso Lysenko, il Progetto Lebensbor, Le leggi razziali).

Results

Da tempo si stanno raccogliendo nel CNR evidenze sperimentali, BIG DATA, che indicano come sia in corso una notevole rivisitazione del suo ruolo, delle attività di ricerca, dell’identità di ricercatori e del significato di rappresentanza.

Si erano già registrati un attacco alla autonomia di lavoro, attraverso l’emanazione di circolari afflittive (circolare 6, 9 e a seguire), un attacco alla libera disponibilità dei fondi ottenuti attraverso l’ingegno protagonista del singolo ricercatore, richieste di ripiegamento e trasformazione in impiegati con la compilazione di scrivanie digitali cui adempiere pena rappresaglie punitive, l’accaparramento di fondi residui per un investimento in infrastrutture che non lo richiedeva e la comparsa di un disavanzo di decine di milioni in bilancio, di cause non rese note, da appianare con in residui dei progetti.

Non era ancora comparso però, ed è il principale argomento di questo articolo, un curioso quanto unico concetto di rappresentanza documentato da due diversi e recenti interventi del Rappresentante del Personale (RdP), il primo sulla marcia impavida da intraprendere per ottenere un innalzamento del FOE e il secondo sulla fisionomia di un nuovo Dipartimento del mare.

In entrambi gli interventi, ma d’altra parte questa impostazione era già stata resa evidente, il RdP non si rivolge al personale che lo ha eletto o a quello coinvolto (crisi del concetto di rappresentanza) ma demanda questo compito, avendo cura di aggiornare sempre anche la Struttura Amministrativa Centrale (SAC), ai Direttori di Istituto e ai Rappresentanti in CDS e in CdI.

In sostanza un rappresentante del personale che non comunica con il personale e si ritaglia una posizione che è nella sostanza da Presidente vicario o associato, a seconda dei gusti.

Come se un delegato di fabbrica chiedesse al capo reparto di comunicare per conto suo con i lavoratori. Odd, indeed. Insomma i ricercatori protagonisti sono messi al bando. Hanno tutt’al più la facoltà di interloquire con i loro colleghi in CdI o CDS. Oppure di buttarsi sui social.

Ora rimane solo da sapere come questi nostri rappresentanti, o presidi di vicinanza democratica (??), intendono comportarsi. Perchè i modelli possono essere due.

Se anche i colleghi rappresentanti in CDS e CDI useranno lo stesso metro del RdP e quindi, benchè eletti dal personale, non vorranno comunicarci ma chiederanno di farlo ai rispettivi direttori di riferimento, verrà a formarsi un sistema davvero unico al Mondo (Modello Unico, Fig.1) dove, a dispetto di tante rappresentanze, saranno solo i direttori a comunicare ai loro ricercatori, con la sola variante che il Direttore di Dipartimento potrà avvalersi a sua volta di non farlo, scaricando il compito sul Direttore di Istituto. Se invece i rappresentanti eletti in CDS e CDI non vorranno imitare l’esempio del RdP, faranno gentilmente da tramite delle sue comunicazioni e di quelle dei ricercatori, come nel Modello Caserma (Fig. 1).

Nuovi organigrammi CNR
Discussion

Il fatto che l’RdP non comunichi direttamente a tutto il personale è una evidenza sperimentale (Supplementary Material available upon request). Così facendo non espleta il suo ruolo perché (vedi Introduzione) non possiamo pensare che agisca nell’interesse dei suoi rappresentati se nega loro l’interazione. Li isola, li sottomette e questo non può essere concepito un agire promosso per loro conto.

Il fatto che il ricercatore non abbia più voce in capitolo all’interno dell’Ente e sia obbligato a esprimersi attraverso i suoi rappresentanti, se rimane il Modello Caserma perché il Modello Unico non lo prevede, è lesivo dell’autonomia di lavoro e della libertà di pensiero, quelle prerogative che fan si che egli debba essere un professionista abile nel procurare conoscenza e fondi (vedi Introduzione). Una volta soppresso farà inesorabilmente spazio al ricercatore-massa, senza arte né parte, ma ubbidiente e umile, alla Fantozzi (Ref. Paolo Villaggio). Bisognerà allora alzarlo, e di tanto, il FOE perché a quel punto le speranze che il ricercatore-massa procuri conoscenza e finanziamenti, e con questi garantisca il valore e le casse dell’Ente, sono davvero misere.

Acknowledgments

Sono grato alla mia libertà di pensiero che mi ha sostenuto nella stesura di questo articolo. La stessa che nel corso degli anni, spesi sempre come ricercatore indipendente, ha procurato al CNR fondi, articoli, brevetti, marchi, contratti, visibilità mediatica, e gli ha pure impedito di perdere milioni in affittanze e di perdere la proprietà dell’Area di ricerca di Milano. Fedele alla consegna, questo articolo è inviato alle mie rappresentanze che decideranno che farne.È nelle loro prerogative.

This is the end, my friends (Ref. Jim Morrison, slightly modified).


  1. Corresponding author (per ora!) 

13 thoughts on “Un nuovo CNR basato sul ricercatore-massa

  1. caro Diego,
    grazie grazie per questa analisi indipendente che condivido in pieno, spero solo che qualcuno si senta in dovere di rispondere a te e a chi crede in una ricerca libera, indipendente e nella autogoverno del CNR

  2. Caro Diego,
    anche io sono grato alla tua libertà di pensiero e alla condivisione dello stesso.
    è evidente che ad oggi manca ancora uno strumento/spazio di confronto con il nostro RdP.
    L’ho personalmente sollecitato (quasi provocato direi) in tal senso più di una volta, e ho anche ottenuto risposta, perchè va detto che il notro RdP risponde e di questo gli va dato atto.
    Ma poi dopo diversi confronti la montagna non ha partorito il topolino, nel senso che il forum a cui ad un certo punto hanno lavorato alcuni dipendenti del CNR centrale e che doveva essere una spazio di confronto aprto a tutto il personale CNR con il nostro RdP non ha ancora visto la luce e non mi è chiaro se mai la vedrà.
    Eppure un confronto fra le tante persone che vogliono contribuire a rendere il CNR un posto migliore dove lavorare e fare ricerca sarebbe certamente auspicabile. L’idea che tutti debbano demandare ai loro rappresentanti nei vari luoghi (CdI, CdS, CdA) e confrontarsi con essi solo “privatamente” o in occasioni “ristrette” come le visite (reali o virtuali) agli istituti e le aree di ricerca mi sembra veramente limitante.
    Lo scrivo anche perchè gliel’ho detto più volte: preferisco i luoghi aperti, dove le idee circolano e le risposte come le domande sono pubbliche, perchè bisogna evitare che ci sia il chiacchiericcio su cosa ha detto Tizio e cosa ha risposto Caio.
    Cosa ha detto Diego è chiaro a chi lo vuole leggere, cosa risponderà Nicola (nostro RdP in CdA per i prossimi anni) spero sia almeno altrettanto chiaro e accessibile a tutti senza dover farsi un account facebook.
    Roberto Russo

    PS Dovrebbe essere chiaro, ma preferisco precisare che, pur conoscendo Nicola, ho preferito usare il termine “impersonale” RdP invece del nome perchè l’argomento non è “Nicola Fantini” in quanto uomo/dipendente, ma il ruolo che ricopre ed il modo in cui, in quanto RdP, interagisce con il personale.

  3. Grazie Diego. Le tue osservazioni ci fanno sempre riflettere… bisognerebbe anche avere una reazione opportuna.

  4. CNR COVID MUFFE
    Ringrazio i miei tre lettori, d’altra parte non sono certo il Manzoni, e ostinatamente rilancio anche nel caso me li alienassi, rimanendo così l’unica particella di sodio. Per ora grazie a loro siamo più simili a quattro colonie che crescono su una piastra microbiologica dopo un trattamento selettivo. C’è speranza. Magari qualcuno di noi porta l’inserto giusto.
    Rilancio perché mi sembra una empietà non cogliere l’occasione che Covid19 ci sta dando. Il virus sta mandando tutto a gambe all’aria e ci impone cambiamenti radicali, quei cambiamenti, come insegna la Storia, che indotti da gravi crisi portano inevitabilmente ad accelerazioni nella vita e nel progresso umano. Si esce sempre arricchiti dall’aver trovato il modo di superare una difficoltà. Ma a me sembra che il CNR non lo voglia fare, non sappia cogliere il momentum. Non so quanti lo stiano apprezzando ma è alla porte una rivoluzione copernicana. Tra pochi giorni , prima in Inghilterra e poi via via in tutto il mondo, avrà luogo il più grande esperimento di trasfezione di acido nucleico, RNA nella fattispecie, finora mai realizzato sulla Terra. Miliardi, dico miliardi di persone, compreso chi scrive, accetteranno di inocularsi una sequenza di RNA a loro estranea per salvarsi da una grave malattia. E’ partita l’era della terapia a RNA e altre meraviglie, e problemi, ci stanno aspettando lungo questa strada che, combinata ai progressi dell’intelligenza artificiale, ci consegneranno un uomo nuovo, uomo –Dio secondo alcuni. E noi il CNR, cioè parte coinvolta in questo scenario, che facciamo? Che stiamo facendo? Discutiamo (?) di un RACF ammazza ricerca?
    Mi perdonino color che cito , per altro non certo a livello personale, ma per il ruolo, la funzione che hanno.
    Non saremo mai all’altezza di questo cambio epocale se il Presidente non lo percepisce e non lo comunica alla sua comunità scientifica, se il Direttore Generale continua a negare, a non capire le specificità della ricerca, se gli Amministrativi insistono nell’imbavagliare il lavoro con inutili carichi burocratici, se i ricercatori si accontentano del loro piccolo seminato e soddisfatte le loro rivendicazioni si trasformano in ricercatori- massa, se le forme di rappresentanza interna si dileguano e viene di fatto imposta la censura, la camicia di forza ad un ambiente che fin dall’antichità, dai primi pensatori e filosofi, si nutre di individualità. Il pensiero scientifico e filosofico devono essere liberi di viaggiare! Tutto questo sta accadendo ora. Sembra che il CNR si sia ricavato una sua bolla fuori dalla spazio/tempo, un buco nero e non solo nel bilancio. L’unica nota positiva sono i progetti@cnr che mi auguro saranno valutati per il merito, parola mai usata e persino irrisa (ma come si fa????? Con quel che accade !!!), della proposta e che vengano assegnati di preferenza ai giovani. Anche qui mi sarebbe però piaciuto essere stato raggiunto da una narrazione più precisa. I fondi per sostenere il programma sono di fatto un contributo di solidarietà tra ricercatori perché provengono da quei residui risucchiati da una richiesta indebita di cofinanziamento per l’acquisto di infrastrutture e strumentazione.
    Mi sembra quindi, riprendendo il testo di una lettera dell’RdP mai arrivata a noi umili ricercatori, che il tema di un manifesto del CNR sia proprio quello di QUAL È IL RUOLO DELLA RICERCA E DEL RICERCATORE NELL’ETÀ POSTMODERNA E POST PANDEMICA, tema di contenuto da cui derivare aggiustamenti nella struttura come i due colà suggeriti, tra l’altro ben noti. Ma anche qui, dobbiamo intenderci. Il Presidente eletto dal personale è procedura che suona incantevole ma rimarrebbe uno scienziato oppure potrebbe essere un manager ? Un Prof. Presidente o un DG o exDG, per fare un esempio ? E poi, anche aumentare il numero dei rappresentanti in CdA è musica per le orecchie ma si tratta di quelli che comunicano con il personale o solo con le altre rappresentanze di ricercatori ammutoliti e di massa ?
    Torno a fare la colonia su una piastra d’agar. Speriamo non mi prenda la muffa.
    Diego Breviario

  5. Caro Diego, i tuoi lettori ed estimatori sono molti di più di tre.
    In tre siamo quelli che hanno hanno deciso di dedicare parte del proprio tempo ad esprimerti un ringraziamento. Molti altri non lo fanno per la solita pigrizia che prende molti di noi quando non di tratta di fare esperimenti in laboratorio.
    Purtroppo non ci resta che sperare in una nuova presidenza che dia una scossa, è chiaro che l’attuale punta solo terminare il mandato con semplice operazioni di facciata e poter dire che lui è quello che ha fatto i dottorati@CNR, i progetti@cnr, le stabilizzazioni etc., omettendo di dire che per fare queste cose senza avere i necessari fondi per farle tutte sta rendendo la ricerca, i ricercatori ed i loro fondi ostaggio dell’amministrazione e della burocrazia. I ricercatori sono quelli che con i loro fondi e le loro ricerche mandano avanti questa barca che è il CNR.
    Purtroppo quasi tutti i ricercatori sono impegnati a remare sempre più forte per continuare a far andare avanti la barca (CNR) nonostante la burocrazia la appesantisca e non si rendono conto che ormai a causa del peso la barca sta imbarcando acqua e non serve remare più forte per evitare di farla affondare.
    Roberto Russo
    PS Ma queste riflessioni le hai condivise con il nostro RdP?

  6. Ciao Roberto,
    sei molto gentile. Oltre al rinnovo della Presidenza dobbiamo anche sperare che più rematori comunichino la loro frustrazione e decidano di reagire. Riguardo al tuo quesito in calce, bè cos’altro dovrei fare? Ho seguito le indicazioni e trasmesso le mie riflessioni ai miei rappresentanti in CdI, e gli altri colleghi del mio Istituto in copia, e ai due in CdS. Secondo lo schema dato dovrebbero essere loro a informarlo. Ho poi usato l’unica piattaforma a me disponibile per offrire un luogo di confronto aperto e trasparente. Non ne ho un’altra o meglio l’avevo pure creata, Comancio, ma diciamo che ho voluto e dovuto lasciare, per poi vederla inesorabilmente morire. Non sono iscritto ad alcuna rete social e non penso che le questioni che sollevo siano personali o di parte, come pure hai sottolineato anche tu. Credo al contrario di offrire chiavi di lettura di maggior respiro e di interesse generale. Buona serata

  7. Aspirando ad essere multitasking come solo certe madri di famiglie con padri concentrati altrove sanno essere, tra scrittura di PRIN, scrittura di progetti@CNR, attenzione a seguire l’iter della Legge di bilancio, DAD, incontri, riunioni, lavoro in “laboratorio” (sì, la muffa è nel mio istituto quindi uso le virgolette), ogni tanto riesco anche a scambiare due parole con Nicola Fantini assieme agli altri rappresentanti eletti nei CSD. Nicola non lo direbbe, ma mi sembra utile riportarlo dato il tenore del discorso: il sito istituzionale per il dialogo tra il personale ed il suo rappresentante non è solo una cosa utile, ma una questione di principio. La scelta è tra chiedere di volta in volta l’autorizzazione a comunicare mediante la lista @CNR, subordinata ad un controllo sul contenuto del messaggio, oppure il confezionamento di una mailing list artigianale con gli indirizzi di tutto il personale. Nicola ritiene non dignitose ambedue le opzioni, per cui si avvale degli strumenti che ritiene invece adeguati al ruolo istituzionale che sia lui che le rappresentanze (anche parzialmente) elettive come i CSD e CdI ricoprono. Quindi interloquisce sia con i Direttori di Istituto che con le rappresentanze, e poi si fa spesso portavoce delle istanze che gli arrivano presso il CdA. Il fatto di chiedere di condividere le iniziative con il personale al quale lui non ha accesso formale diretto, lungi dal costituire un tentativo di irregimentazione militaresca, è una scelta obbligata per tentare di forzare una situazione inaccettabile. Sul diritto del RdP a comunicare senza filtri con il personale sì, forse sarebbe opportuno che il personale si facesse sentire…

    1. Caro Mattioli, siamo tutti d’accordo: trasparenza, accesso, alle informazioni, spazi aperti di dibattito sul portale dell’ente, ecc.. dovrebbero essere cose scontate. Infatti se senti Presidente e DG (passato e presente) il CNR è un libro aperto e l’Ente applica alla lettera la Carta Europea. Eppure i verbali dei concorsi non sono pubblici, né tantomeno lo sono quelli del CdA (le università pubblicano gli uni come gli altri), pochi giorni prima della trasmissione di Report nel marzo 2017 dalle pagine istituzionali dell’amministrazione trasparente sono spariti definitivamente i contratti che erano pubblicati ecc… ognuno di noi potrebbe continuare l’elenco con una lista molto lunga, inclusi i contratti fatti proprio là dove i laboratori hanno la muffa o sulle modalità di accesso ai fondi di ricerca, inclusi quei vergognosi progetti@CNR. Questa è la realtà del nostro ente e con essa ci dobbiamo confrontare. Il truismo è di moda e l’elenco può diventare molto lungo : se i verbali del CdA fossero pubblici non ci sarebbe bisogno di sintetizzarli (parlo delle sintesi costruttive non dei telegrammi che arrivano dalla presidenza), se ci fossero i soldi per finanziare tutte le ricerche non ci sarebbe bisogno di scrivere progetti e se ci fosse uno spazio aperto a tutto il personale sul portale dell’Ente non ci sarebbe bisogno di questo sito. Eppure un forum e una consulta del personale molti di noi l’avevano chiesta all’allora presidente Nicolais nel lontano 2012 (http://www.articolo33.it/documenti/CNR_2.0.pdf) quando il boicottaggio della valutazione ANVUR costrinse il presidente a dialogare con noi, sebbene privi di rappresentanza. Lo stesso vale per l’accesso alla lista “ufficiale” del personale, l’accesso viene garantito, a patto di non dare fastidio. Non dare fastidio, ad esempio, rendendo il personale partecipe di quanto avviene in CdA, lasciando la presidenza inviare i suoi sintetici dispacci. Ma perché questo dà fastidio ? Ritornando al truismo, se la burocrazia dell’amministrazione centrale lavorasse esclusivamente al servizio della rete di ricerca non avvertirebbe come un fastidio la circolazione dell’informazione e ci sarebbe una serena collaborazione fra colleghi per il fine comune. Evidentemente così non è e chi si candida a rappresentare la comunità scientifica del CNR queste cose non può ignorarle e dovrebbe sapere che in CdA, e in generale quando entra a P.le Aldo Moro, ci dovrà andare con l’elmetto. Se, invece, si pensa di affidare la comunicazione ai telegrammi della presidenza, non ci si deve stupire il giorno in cui risvegliati dall’incalzare dall’intera rete di ricerca, volendo inviare messaggi di critica alla gestione dell’amministrazione centrale quest’ultima si protegga limitando l’accesso alla lista di distribuzione.
      Non è giusto, come non è giusto che i verbali non siano pubblici, come non è giusto che un diktat ministeriale abbia impedito di inserire nel ROF la costituzione di una Consulta ma questa è la realtà con cui abbiamo a che fare.
      Ben rientrati sul pianeta CNR.
      Un dialogo fra tutti i rappresentanti è chiaramente positivo ed auspicabile e i mezzi per farlo, se non sono forniti dall’ente, ce li si procura da soli. Gli stessi direttori, che formalmente non hanno una propria consulta, si sono costruiti un indirizzario e organizzano proprie riunioni senza avvalersi del portale dell’Ente. Non è giusto dirai tu, ma se i direttori avessero chiesto di avere un proprio spazio sul sito istituzionale non si sarebbero ancora riuniti e quindi si sono attrezzati e si sono procurati da soli i mezzi per farlo.
      Il punto che solleva Diego è profondamente diverso e attiene ad visione chiaramente verticistica che invece i direttori, nominati e non eletti, possono avere in coerenza con la modalità di selezione. Se non ti appare chiara la stortura allora è necessario riflettere sull’idea stessa di rappresentanza.

    2. Caro Giuseppe,
      anche io sono oberato e mi limito ad un commento sintentico.
      La comunicazione del RdP con i soli CdI, CdS e Direttori, potrebbe essere accettabile se i direttori fossero eletti e fossero tenuti a riferire al personale (ed ho usato “potrebbe essere” e non “sarebbe” non a caso).
      Purtroppo i direttori sono nominati dal vertice e devono rispondere del loro operato al vertice e non alla base. Qualcuno tra i direttori più “illuminato” si degna di informare e coinvolgere la base, tanti altri ritengono più utile non disturbarci e lasciarci lavorare indisturbati.
      Cordialmente,
      Roberto

      1. Roberto le comunicazioni ai soli CdI, CdS e Direttori derivano da uno stato di necessità basato su presupposti inaccettabili. Il RdP dovrebbe de plano poter utilizzare la mailing list istituzionale senza alcun controllo preventivo sul contenuto del messaggio. Qualsiasi altra soluzione, anche a vantaggio di una maggiore comunicazione, a me sembra un ripiego. La comunicazione con le rappresentanze ha un duplice vantaggio: fa arrivare in qualche modo le informazioni importanti ed evidenzia il fatto che l’amministrazione non consenta comunicazioni dirette con il personale. Staremo a vedere se Fantini la spunterà o se sarà costretto ad arrangiarsi diversamente, ma io condivido il suo tentativo di ottenere il diritto a comunicare.

        1. A proposito di libertà di espressione del rappresentante eletto, devo forse ricordare di aver evidenziato come io, da consigliere di amministrazione eletto, sia stato sottoposto a ben 3 procedimenti disciplinari tutti riguardanti strettamente la mia attività di consigliere e di aver ottenuto non dico la solidarietà nei miei confronti da parte dell’attuale rappresentante ma addirittura la solidarietà espressa nei confronti del responsabile dell’ufficio disciplinare, certo che egli avesse operato correttamente ? Riprendo il ritornello di sopra : è giusto che il consigliere eletto sia sottoposto a procedimento disciplinare per la sua azione di consigliere ? No ma se avviene si attrezza per controbattere. E’ giusto non avere libero accesso alla lista dipendenti ? No ma se non la hai ti attrezzi …

  8. Caro Giuseppe,
    il tuo breve commento ad un mio intervento volutamente strutturato in articolo scientifico, prodotto tipico di uno scienziato libero, è gravido di rivelazioni. Vediamole.
    1. Innanzitutto rispondi tu a nome dell’RdP, assumendoti, tra i tanti che enunci, un task suppletivo di vicario, che trovo generoso ma indebito. Un Rappresentante che si fa rappresentare. Un compito che suona per altro perfettamente in linea con il modello di deleghe, formalmente democratico, che si vuole imporre per limitare la libertà di espressione dei singoli, censurata come… inutile protagonismo. Una vocazione censoria da me già sperimentata in infauste circostanze legate alla nascita e alla chiusura del sito Comancio, aperto per consentire un confronto fecondo e generalizzato e chiusosi impietosamente per l’imposizione esercitata al suo ideatore di farsi leggere i testi prima di pubblicarli. Non sono poi stati in grado di continuare e hanno ucciso una voce libera e non faziosa che poteva essere molto utile.
    2. Mi informi, ci informi, che dato l’alto ruolo istituzionale ricoperto dal RdP, egli non può comunicare con l’elettorato anche perchè non troverebbe il modo di farlo. Ma l’RdP è eletto dal personale con modalità diretta ed è quindi tenuto a riferire all’intero corpo elettorale, a tutti i suoi rappresenTATI, altrimenti viene meno al suo mandato. Non è stato eletto dalle rappresentanze in una bicamerale e nemmeno dai direttori . Voi stesse siete stati eletti dal popolo e difatti ci scriveste una bella lettera con sani propositi. Certo indigna sapere che il nostro RdP, sarebbe a sua volta oggetto di censura da parte dell’Ente ma questo odioso impedimento, non può essere superato “dal personale che sarebbe opportuno che si facesse sentire”, come tu chiedi, sia perché non può farlo, visto che è costretto a transitare da voi rappresentanze istituzionali, sia perché non è a conoscenza di questo ostacolo, perché l’RdP non lo denuncia. Assumo che non lo fa non già per paura, visto che è un sentimento che invita frequentemente altri a sconfiggere, ma, sempre tu ci informi, per principio.
    3.Ora il principio è bello, pure nobile, ma in attesa della sua affermazione basterebbero buona volontà e senso della gravità degli avvenimenti. Spero non sia per principio che noi non si sappia ancora a quanto ammonta il disavanzo del CNR, che non si conoscano le voci che lo hanno determinato, perché quel disavanzo di cui non si parla sequestra soldi a noi ricercatori orfani. E ancora spero non sarà per principio che non ci viene comunicato che nel contempo dal CNR transitano soldi per contribuire solo economicamente alle varie ricerche sui vaccini condotte da altri. Difficile crederlo però data la vostra confidata frequentazione di direttori, amministratori, politici e sindacati. Certo quella censura va tolta. Anche le pietre sanno che censura e scienza sono antitetiche. Per questo fagli sapere che sarei tra i primi a sostenere una richiesta popolare di rimozione della censura vigente con lo stesso spirito di solidarietà che espressi, da ricercatore orfano, nei confronti dei colleghi minacciati da sanzioni disciplinari e lasciati soli .
    4. Faccio poi notare che tutti coloro che da 30 anni a questa parte hanno mai assunto incarichi di rappresentanza , ai vari livelli, hanno sempre tenuto ad onorarlo informando puntualmente e sistematicamente i rappresenTATI. Voi invece con questa maglia di interazioni reciproche, modello UNICO figura1, temo stiate intessendo una rete, molto simile ad una struttura di partito o di sindacato, del tutto estranea al mondo della ricerca e che finirà per soffocare il CNR. Se questo modello si imporrà ne avremo gran danno ma se così accadrà non sarà nemmeno per colpa vostra, stante una desolante e diffusa apatia che ha cloroformizzato tanti miei/nostri colleghi, quelli, per usare la metafora di Roberto, che invece di liberarsi del peso che non fa andare avanti la barca insistono inutilmente a remare.
    DB
    PS in quanto alle muffe le ho citate come ostacolo alla crescita delle nuove colonie batteriche, portatrici di novità nei loro inserti, non già come elemento di degrado, quello stesso che non mi è piaciuto fosse esposto così liberamente nel servizio di Report. Ciao.

    1. PPS Diego ma se non porti in piazza il degrado rovesciando la vergogna su chi ti dovrebbe dare i soldi per la manutenzione straordinaria delle strutture, quando mai otterrai qualcosa?
      Eppur si muove… La legge di bilancio (articolo 90, comma 3 del testo ora in discussione alla Camera) dispone la creazione di un fondo ad hoc:

      Al fine di promuovere gli interventi di ammodernamento strutturale e tecnologico delle università, delle
      istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e degli enti di ricerca, nello stato di previsione del
      Ministero dell’università e della ricerca è istituito il “Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca”, con una
      dotazione di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, 250 milioni di euro per l’anno 2023, 200
      milioni di euro per gli anni 2024 e 2025 e di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2026 al 2035. Con
      uno o più decreti del Ministro dell’università e della ricerca sono individuati i criteri di riparto e di utilizzazione
      delle risorse di cui al precedente periodo tra le università, le istituzioni di alta formazione artistica musicale e
      coreutica e gli enti di ricerca.

      Magari aver portato in TV la muffa servirà ad ottenere un finanziamento straordinario per la sistemazione delle nostre aree della ricerca, in modo che somiglino tutte più all’IRBM che a Chernobyl?
      Ciao
      G.

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