CNR

25 Aprile 2021

Già l’anno scorso chiedevo inutilmente al CNR di festeggiare la data del 25 Aprile come ricorrenza e simbolo del riscatto di un popolo dall’asservimento ad una ideologia assolutista tradottasi in uno stato liberticida. L’ideologia e il fanatismo sono del tutto antitetici alla Scienza che al contrario si muove nel terreno indipendente della sperimentazione e ha bisogno della libertà di pensiero. Lo dovremmo ben sapere noi Italiani che, ancorché la vergogna coercitiva la si possa addebitare allo Stato della Chiesa, portiamo le stigmate della più famosa abiura scientifica della Storia, tanto dolorosa perché a sottomettersi  fu uno tra i padri fondatori del metodo scientifico moderno, quello basato sul cimento di un’ipotesi, esercizio del libero pensiero.

Celebrare il 25 Aprile non vuol affatto dire entrare nell’agone politico ma proprio distaccarsene perché il sapere e la scienza non possono assoggettarsi ad alcuna ideologia. Non celebrarlo vuole al contrario dire che il mondo della Scienza e della ricerca non sanno affrancarsi dal controllo politico e questo non può che condurre a gravi conseguenze umane e sociali. Successiva alla morte di Socrate, l’Accademia nacque volutamente fuori dalla polis, dal centro del potere, affinché venisse preservata la sovranità del pensiero.

Quest’anno rinnovo la mia richiesta ad un Ente che, logorato da anni di gestione notarile della Scienza, si trova, dopo una lunga e incompresa parentesi sospensiva, ad un bivio cruciale: rigenerarsi o perire. Recuperare la sua missione originale, ridare slancio ai suoi ricercatori, sostenerli nel loro sforzo creativo o scomparire soffocato da un ruolo sussidiario ad altri centri, ingolfato da garantiti esecutori massa. Quella del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza suona molto come l’ultima chiamata.

Se e quando il CNR, in occasione del 25 Aprile, alzerà in modo convinto la bandiera della libertà di pensiero e di esercizio della Scienza, sapremo che sarà finalmente rinato.

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