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ANSA – CNR: aumento del FOE o rischio paralisi

Ricerca: “Cnr, aumento del fondo ordinario o rischio paralisi” Mocella (cda), “altrimenti ente costretto a sospendere attività.”

(ANSA) – ROMA, 25 OTT – Aumentare il Fondo di finanziamento ordinario del Consiglio Nazionale di Ricerca (Cnr), nella legge di stabilità, oppure l’ente rischierà la paralisi. È quanto chiede Vito Mocella, rappresentante del personale nel consiglio di amministrazione del Cnr.
“Il fondo non basta neanche più a pagare le spese correnti, come luce e acqua corrente, perchè copre, a stento, gli stipendi. In queste condizioni — rileva Mocella — il Cnr rischia la paralisi” e in mancanza di un aumento del Foe, “l’ente si vedrebbe costretto suo malgrado, a sospendere tutte le attività di ricerca e amministrative”.
I danni prodotti dai tagli agli enti pubblici di ricerca, prosegue il ricercatore, sono ormai difficili da sanare. Il Cnr ha un fondo di finanziamento ordinario (Foe), erogato dallo Stato, “eroso dai tagli, dal mancato adeguamento all’Iva, dal crescente costo della vita, dal blocco del turnover”. L’aumento contrattuale concluso a inizio 2018, per cui l’Ente non aveva fornito l’attestazione di copertura finanziaria obbligatoria, il cui costo è stimato in 18 milioni di euro, uniti ai 35 milioni di euro vincolati dal governo al processo di stabilizzazione, “portano la previsione di spesa di personale pari a circa 536 milioni, ovvero il 98,7% dello stanziamento previsto per il Foe che si prevede in circa 543 milioni di euro”.
Il Cnr, osserva Mocella, “con i fondi destinati ai progetti di ricerca competitivi che si procura, contribuisce già da tempo a pagare le spese generali dell’Ente , come se un poliziotto pagasse la benzina nella volante”. Se i fondi esterni di ricerca “devono servire a coprire per intero le spese correnti questo non è compatibile con la continuazione delle attività di ricerca programmate istituzionalmente”. L’unica soluzione è “un aumento del FOE coerente con l’incremento delle attività registrate negli ultimi anni”.(ANSA).

14 thoughts on “ANSA – CNR: aumento del FOE o rischio paralisi

  1. Si parla tanto di taglio di vitalizi e pensioni d’oro. Credo che un modo di recuperare fondi in maniera virtuosa sia la soppressione dove possibile dei contratti di lavoro diritto privato per il personale CNR delle fasce dirigenziali amministrative/gestionali . Non è possibile che l’Ente permetta ai suoi dipendenti di mettersi in aspettativa dall’ente stesso e di ricevere sempre dallo stesso Ente un contratto di lavoro di natura privata.
    Un’indennità (tipo quella che il CNR prevede per i ricercatori/ coordinatori di progetti europei) potrebbe essere più che sufficiente per coprire le nuove e aggiuntive mansioni .
    In questo modo iniziamo a dimostrare che siamo bravi a eliminare le spese pazze ed incontrollate e possiamo anche permetterci di chiedere aumenti del FOE.

    1. Sono d’accordo. Non permette di recuperare tanti soldi ma di certo da un segnale significativo. Anche perché mi sembra evidente che i continui accorpamenti di istituti degli ultimi 10-15 anni e la creazione dei dipartimenti (di cui nessuno sentiva la mancanza) non hanno fatto altro che gonfiare le spese, invece di produrre i risparmi attesi (o supposti).
      Io sono fermamente convinto che il “vecchio” CNR, con i suoi istituti piccoli ed autogestiti, fosse molto più efficiente e meno avido di risorse di quello odierno. Anzi mi piacerebbe che qualche collega ferrato in questioni di contabilità volesse fare una analisi puntuale e “scientifica” di questa questione.

      1. Sicuramente il CNR potrebe gestire meglio il suo bilancio, ma resta il fatto che in un qualunque ente le spese del personale non devono superare 80% del bilancio ordinario, perchè il 20% serve a far lavorare il personale, fornigli un edificio che abbia una manutenzione, una pulizia, una vigilanza, la corrente elettrica, un telefono, il riscaldamento, un PC per lavorare, della cancelleria, pagare missioni ect etc.
        Sicuramente ci sono degli sprechi, chi li conosce è invitato a denunciarli alla magistratura facendo nomi e cognomi, ma evitiamo di generalizzare e di autoflaggellarci ogni volta dicendo che il CNR spreca.
        Attualmente non ci sono soldi da sprecare se non qualche spicciolo e anche gli anni scorsi non navigavamo nell’oro, visto che è ormai da tempo che il personale pesa sul FOE per oltre il 90%. Il CNR poteva gestire meglio il restante 10% e pesare meno sulla rete scientifica, ma non può fare miracoli.
        Alcuni contratti (pulizia, vigilanza, fitto, energia) potevano essere chiusi a prezzi più bassi magari del 20, 30 e in qualche caso forse del 50%, ma tanti altri sono stati fatti bene e tendiamo a dimenticarcene.
        Ben vengano i risparmi, mandiamo segnali di serietà, ma facciamo attenzione a come lo facciamo, perchè l’eccezione (chi si compra i gonfiabili con i soldi della ricerca) può venire percepito come la norma.
        Il “vecchio” CNR era più efficiente perchè aveva più soldi, il mio istituto riceveva da Roma un finanziamento che copriva ampiamente tutte le spese e restava di che pagare qualche precario che rimaneva senza contratto e acquistare (o fare manutenzione) qualche strumentazione e distribuiva anche una piccola somma procapite ai ricercatori (fino al 2009).
        Sembrava efficiente perchè era ricco! Ci lasciava lavorare e ci aiutava se avevamo delle difficoltà perchè aveva i soldi per farlo.
        Lottiamo affinchè il CNR abbia un’assegnazione adeguata e poi impegniamoci a vigilare su come vengono spesi i soldi, ma denunciare adesso le inefficienze mi sembra del tutto inappropriato.

  2. Non sono piccole somme: parliamo di centinaia di persone (direttori di istituto, di dipartimento, dirigenti degli uffici amministrativi della sede centrale) tutti dipendenti CNR, a cui l’ente concede l’aspettativa e un contratto di oltre 120.000 euro, mentre chiede ai suoi ricercatori fondi dei progetti per sanare i debiti della sua gestione stessa allegra. Spesso i dirigenti CNR con contratto di natura privata fanno esattamente lo stesso lavoro che facevano prima da dipendenti CNR.
    Ad occhio e croce a regime si possono risparmiare 2/3 milioni di euro l’anno.
    Nei futuri regolamenti del personale, va chiaramente indicato che al personale dipendente non sarà concessa aspettativa per svolgere incarichi dirigenziali nello stesso ente. Ma con qulae credibilità chiediamo fondi se siamo così bravi a dissiparli.

    1. Non capisco perhè il CNR dovrebbe pagare un suo ricercatore che fa il direttore (o qualunque altra funzione dirigenziale) meno di quello che pagherebbe per qualunque altra persona che svolge lo stesso incarico. Facciamo attenzione a non discriminarci da soli!

  3. Fino a qualche anno fa ai direttori, dipendenti dell’ente veniva assegnata solo un’indennità di direzione. Nessuno si è mai lamentato dello stipendio. I direttori siano tutti interni, come già quasi al 100% dei casi sono, e ricevino tutti il loro stipendio più una sostanziosa indennità di direzione (15-20% dello stipendio).

    1. Qualche passo, anche sostanziale, è stato fatto con la definizione in fasce stipendiali degli istituti A,B,C solo la fascia A, che rappresenta meno del 15 % degli istituti, ha una retribuzione che si avvicina (è stata comunque ridotta l’indennità di risultato) a quella precedente. Per gli istituti in fascia B e C la retribuzione dei direttori è ormai pari allo stipendio di un Dirigente di ricerca più la vecchia indennità di direzione ( pari a circa 20k€, come quella degli attuali direttori ff). Naturalmente questo non può valere per i contratti in essere ma per quelli che si sono banditi dopo la rideterminazione degli stipendi. Per i Dipartimenti concordo appieno e lo dico da sempre: andrebbero eliminati. Per altro non ci sono solo gli stipendi de dipartimenti ma ormai si stanno consolidando strutture, o meglio sovrastrutture burocratiche presso i dipartimenti che hanno un costo notevole.

    2. E’ interessante questa capacitò di autodenigrazione dei CNRisiti, davvero. IL CNR è un grande ente di ricerca sottofinanziato in maniera cronica, fuori scala, rispetto agli enti omologhi europei. Si tratta di numeri, non di opinioni. Plottate il finanziamento per il numero di unità di personale sull’asse del tempo e vedete. Invece di sostenere le richieste di aumento del FOE colpevolizziamoci perchè non spegniamo le stampanti la sera? Ma per favore. Stiamo per assorbire 1800 persone alle quali andranno date le condizioni per lavorare, si o no? Vi pare che con i fondi attuali, con l’obsolescenza e le condizioni infrastrutturali attuali, noi possiamo garantire loro condizioni brillanti? Leggo poi cose di una falsità che davvero non credevo di leggere in questo forum, posso solo attribuirle a una non conoscenza in buona fede. E’ totalmente falso che i direttori di istituto che sono interni vadano in aspettativa e stipulino contratti da 120 mila euro. E’ una affermazione falsa e gratuita. Non so dove viva chi scrive queste cose. I direttori interni prendono gli stipendi che hanno sempre preso e che corrisponde alla fascia stipendiale che hanno raggiunto come ricercatori; ricevono in più una indennità di direzione di circa 1000 € al mese. E’ proprio per questo che i direttori interni sono adesso visti con favore, è stato calcolato che ogni interno rappresenta un risparmio netto di circa 115 mila € l’anno (calcoli del presidente) proprio perchè il grosso dello stipnedio lo prendeva già come dirigente di ricerca o come primo ricercatore, e il delta è trascurabile. Piantiamola per favore di scrivere senza conoscere le cose. Siamo al collasso e ci diamo da soli le bacchettate sulle dita perchè guadagniamo troppo e non stacchiamo le stampanti la sera? State descrivendo il CNR come un consesso di scavezzacollo incoscienti, che vivono in meravigliose e moderne strutture piene di infrastruttura e servizi avanzati e strumentazione di ultima generazione, spendendo e spandendo. Evidentemente il CNR in cui vivete voi non è lo stesso in cui vivo io.

      1. Salve Patrizia, mi dispiace contraddirti, specialmente perchè anche io vivo nel CNR. Quello che dici tu era vero molti anni fa adesso è valido solo per i direttori ff.
        Tutti i direttori di istituto vanno in aspettitiva sulla base dell’art. comma 5 del decreto di riordino (?)che il CNR si è dato (senza nessuna prescrizione medica) e ricevono un contratto di lavoro di diritto privato. Puoi controllare direttamente dal libro matricola CNR al sito http://www.dcp.cnr.it/DPUASI/LibroMatricola/FindDIPID.asp
        Per continuare con le incongruenze dell’attuale CNR che mentre chiede di attingere ai nostri sudati fondi dei progetti esterni per coprire i loro buchi , stipula contratti addirittura per chiamata diretta di Dirigenti di Ricerca (notizia di pochi giorni fa). La colpa è anche nostra che non ci informiamo e accettiamo tutto solo perchè il lavoro che facciamo è sicuramente il più bello del mondo.

        1. Buongiorno a tutti,
          confermo quanto dice Clara sui Direttori per quanto a mia conoscenza.
          Sul fatto invece che “abbiamo colpa perché non ci informiamo” mi dispiace dover dire che la cosa non riguarda me. Cerco sempre di informarmi al massimo con gli strumenti che ho a disposizione tenuto conto che sono un semplice ricercatore e che non partecipo a nessuna delle riunioni/assemblee cui evidentemente partecipano, per esempio, i Direttori di Istituto. E’ il massimo gruppo dirigente che a volte sembra voler dar ascolto alla “base” (vedi riscrittura del ROF) per poi ritornare sui suoi passi. Nello specifico avevo avanzato come modifica al regolamento sia quella di portare all’attenzione dei Consigli di Isituto un documento di bilancio sia quella della richiesta di parere per tutti gli eventi di un certo peso che riguardano la vita di un Istituto, come per esempio la stipula di convenzioni operative relativa trasmissione al Direttore di Dipartimento.
          Ci spero ancora, tante le volte …

  4. Ma sembra che ci siano anche indennità non dovute che vengono elergite ai direttori/dirigenti con contratto privato.
    Una cosa che mi ha sempre incuriosita è quella dei buoni mensa, (si intende ben piccola cosa) il cui ottenimento per noi mortali dipendenti dipende dall’orario. E’ legale che i dirigenti con contratto privato abbiano diritto a questa indennità prevista dal nostro contratto di lavoro?
    I dipartimenti sono strutture per definizione parassite, che non portano alcun risultato e si basano solo sui risultati degli istituti. Ogni dipartimento è così multisettoriale che basterebbe un solo dipartimento, (o magari due, tenendo conto delle scienze umane), che coinciderebbe quindi con il CNR stesso, per coprire tutte le tematiche del CNR. Con l’accorpamento degli istituti ogni istituto è in pratica già un piccolo dipartimento, con tematiche ben delineate. L’eliminazione dei dipartimenti sarebbe sicuramente una soluzione indolore da un punto di vista della ricerca per recuperare fondi.

  5. Chissà quanto risparmieremmo in bollette se andando via la sera e al week-end ci accertassimo di spegnere tutte le luci, le stampanti di rete ed i pc che non hanno necessità di essere operativi 24h e 7/7…

  6. Magari fosse solo una questione di bollette. Gli sprechi degli ultimi anni al CNR derivano soprattutto da scelte incomprensibili relative ad acquisti od affitti di aree di ricerca, basti ricordare le vicende di Catania, di Padova o di Bari, dalla partecipazione in consorzi di dubbia utilità, nonché da veri e propri atti degni di indagne penale (come la ormai famosa storia dei “gonfiabili”).
    Tagliare i soldi sprecati in strutture burocratiche di cui è difficile capire il senso, come i Dipartimenti, o gli stipendi dei Direttori, per i quali basterebbe una semplice indennità aggiuntiva allo stipendio, magari non recupera grandi somme (e comunque parliamo di alcuni milioni, non di noccioline), ma segnala la volontà di chiedere un contributo a tutti (e non solo sempre ai soliti, ci mancavano solo le missioni), nonché di cominciare a rimuovere la cappa di burocrazia asfissiante che aleggia sul nostro ente.

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