VOCE ALLA RICERCA
SE NON ORA QUANDO?
L’assemblea del personale dell’Area della Ricerca di Napoli riunitasi in data 26 novembre 2018,
- Preso atto che il giorno 30 novembre il CdA è chiamato ad approvare il bilancio di previsione del 2019;
- Ritenuto che l’aumento del finanziamento ordinario (FOE) dell’Ente sia necessario per la prosecuzione delle attività di ricerca;
- Ritenuto che l’approvazione di detto bilancio pregiudicherebbe la possibilità che il CNR ottenga un adeguato aumento del FOE;
Considera indispensabile rinviare l’approvazione del bilancio di previsione del 2019
solo a valle di un sicuro aumento del FOE di 100 milioni di euro
e pertanto
indice una mobilitazione di tutto il personale del CNR
per il giorno 30 novembre 2019 alle ore 11:00
per il giorno 30 novembre 2019 alle ore 11:00
davanti alla sede centrale del CNR a Roma in occasione della riunione del CdA
al fine di evitare che il pareggio di bilancio si ottenga attraverso un prelievo dai finanziamenti esterni che la rete scientifica faticosamente conquista partecipando a bandi di ricerca competitivi.
Sarebbe interessante comprendere come l’eventuale blocco del bilancio previsionale si dovrebbe conciliare con la reiterata dichiarazione di appoggio che spesso si è letta tra gli estensori e i curatori di queste pagine ai tantissimi precari che giustamente vedono finalmente il traguardo a portata di mano. Isteria o ipocrisia da parte di chi appoggia solo a parole? Si ventilano azioni che possono avere gravissime ripercussioni sulle battaglie di una vita, per obiettivi decisamente di tutt’altro ordine di priorità ( per quanto importanti per i proponenti). Prima di agire meglio pensare, per quanto difficile magari pensare alle ripercussioni sulle VITE delle persone.
Mocella ma glielo hai detto ai tuoi adepti e a tutti i colleghi che vogliono supportarti in questa folle manifestazione senza copertura sindacale che il 16 aprile è stata votata all’ UNANIMITÀ la delibera sui prelievi (25% suglio overhead e 50% per gli stipendi degli stabilizzandi)?
Glielo hai detto che hai votato favorevolmente ai prelievi e ora fai assemblee in cui dici di essere contrario?
Capisco che sei alla ricerca di voti (perché nemmeno quelli dei precari sei riuscito ad accaparrarti in quanto inizialmente contro le stabilizzazioni poi improvvisamente a favore), ma dare fake news è vergognoso e poco professionale essendo tu rappresentante del personale nonchè membro del CDA.
Con il blocco del bilancio (a parte che deve esserci la maggioranza a votare contro l’approvazione e non mi pare che ci sia) blocchi le stabilizzazioni di 1200 comma2, chiamate dirette e comma1 non prioritari che dovrebbero essere stabilizzati nel 2019.
Il futuro di 1200 persone lo avrete sul groppone se riuscirete bloccare l’approvazione del bilancio, ma non vi vergognate? Avete già dimenticato quando voi eravate i precari e sognavate un futuro al Cnr?
Evitatiamocela sta guerra tra poveri, piuttosto andiamo tutti insieme a Montecitorio a chiedere l’aumento del Foe in Legge di Bilancio.
Scusate l’errore
16 NOVEMBRE (non aprile) delibera 210
Ecco che torna di nuovo a parlare la “Marta Precari Uniti Cnr” che già dal nome pretende di parlare a nome di tutti i precari del CNR e la cui unica preoccupazione è farsi stabilizzare, il fatto che poi al CNR senza soldi non si riesca più a fare ricerca non la riguarda. Magari perché è una di quelle persone abituate a scaldare la sedia (ce ne sono al CNR, eccome se ce ne sono), tanto poi sono i “vecchi” ricercatori che devono farsi in quattro per cercare i fondi per lavorare, senza futuro e senza prospettive.
Le stabilizzazioni sono una cosa SACROSANTA, ma pensare che le stabilizzazioni siano l’unica cosa di cui ci si debba occupare oggi è cieco e pure puerile.
Invece, continuare a sostenere contro ogni evidenza che una parte del personale CNR, soprattutto i “vecchi” ricercatori “garantiti” che finora hanno contribuito a pagare lo stipendio anche a parecchi nullafacenti, sia contro le stabilizzazioni, ha solo l’obiettivo di dividere il personale e metterlo uno contro l’altro. E come dicevano i nostri antenati che se ne intendevano, “divide et impera”. Le stabilizzazioni sono importanti e le vogliamo TUTTI, ma il CNR deve avere un futuro e deve poter continuare a svolgere il suo ruolo di ente di ricerca avanzata. E per fare ricerca ci vogliono soldi da investire per le infrastrutture e la strumentazione, non un bilancio così risicato da essere appena sufficiente a pagare gli stipendi. Ci vuole tanto a capirlo?
Caro Umberto meno male che ci sei te ad avere la sedia sempre fresca, domani ti farò sapere a che temperatura se proprio ti interessa così tanto.
Premesso che io parlo sempre a mio nome anche se faccio parte attivamente del movimento di precari, ti informo che i Precari Uniti Cnr quando e se lo ritengono opportuno rispondono con account e comunicati ufficiali.
Detto ciò mi domando, i “vecchi” e “garantiti” ricercatori che contribuiscono a pagare lo stipendio ai nullafacenti (poi mi spiegherai chi so i nullafacenti, ma immagino tu ti riferisca ai colleghi della sede centrale, sei scontato come sempre…) dove erano scorso anno e in questi 11 mesi del 2018 quando noi precari scaldasedia eravamo a manifestare al CNR e a Montecitorio per l’aumento del Foe e fondi ad hoc per le stabilizzazioni?
Pensate veramente che bloccando il bilancio il governo aumenterà magicamente il foe?
Eppure siete grandi, credete ancora a Babbo Natale?
L’emendamento per aumento del Foe si vota in Parlamento non al CNR.
State sbagliando obiettivo.
La manifestazione va fatta a Montecitorio.
Al MIUR l’11 ottobre 2018 è stato chiesto aumento del Foe di 100mln da dividere per tutti gli epr.
Già quest’anno per gli epr sono stati stanziati 600mln in 15 anni come finanziamento straordinario del Fondo Investimento e al CNR arriveranno nel 2019 altri 31mln.
Noi precari sono due anni che lottiamo, mi fa piacere che molti ti si stiano svegliando ora, ma sarebbe il caso che si facessero consigliare da chi il CNR gli sta veramente a cuore e non si vende per una dozzina di voti.
Ugo non Umberto
“poi mi spiegherai chi so i nullafacenti, ma immagino tu ti riferisca ai colleghi della sede centrale”
Mi dispiace deluderti, ma con nullafacenti mi riferisco anche a parecchi colleghi ricercatori o tecnici, gente che purtroppo verrà stabilizzata con poco merito (magari perché gli hanno fatto un contratto TD in extremis) a scapito di tanti altri che si fanno il sedere grosso come una casa ma sono rimasti fuori.
“La manifestazione va fatta a Montecitorio.”
Sei libera di pensarlo e sono libero io di pensare diversamente. Se tutte le manifestazioni davanti a Montecitorio avessero effetto sarebbe fin troppo facile. Far cagnara davanti al Parlamento si perde nel rumore di fondo di tutti i giorni, farla davanti al CNR e nei pressi della Sapienza potrebbe avere un impatto mediatico molto maggiore. E poi il CNR è casa nostra.
“Noi precari sono due anni che lottiamo, mi fa piacere che molti ti si stiano svegliando ora, ma sarebbe il caso che si facessero consigliare da chi il CNR gli sta veramente a cuore e non si vende per una dozzina di voti.”
Veramente io vedo tanti precari che si sono tenuti nascosti per mesi e mesi e si sono svegliati solo in dirittura d’arrivo. Anzi, sono proprio loro quelli più esagitati che si attribuiscono anche i meriti di quelli di voi che hanno lottato veramente fin dal primo giorno.
Il riferimento alla dozzina di voti invece non lo capisco.
Viste le accuse a Vito e agli altri ricercatori, sarebbe importante conoscere il TUO ruolo all interno del CNR. Hai mai avuto Grant esterni? Sai cosa voglia dire trovare fondi per mandare avanti le ricerche? Sai come sono messi i nostri istituti in termini di strumentazioni e supporto alla ricerca? Quanto peserebbe sulle tue attività personali future un taglio del 25%? Il 25% di 100000 euro di Grant sono un assegno di ricerca per altri giovani, più giovani di te? Ti sei già dimenticata cosa voglia dire essere appena laureata o voler fare un dottorato al CNR?
Non rispondo a provocazioni di un cuor di leone da tastiera che si nasconde dietro un Nick falso 🙂
Potresti spiegarmi cosa c’entra il nickname di un utente, con il merito del messaggio ?
Un ricercatore che riesce a recuperare fondi per la ricerca, non appartenendo a gruppi di potere, ci riesce grazie a competenze e grandi sacrifici. Ogni singolo euro di quei fondi deve essere ben speso se vuole pensare di sopravvivere e competere con il mondo esterno. Questi prelievi, che si sommano a quelli applicati dagli istituti, rendono insostenibile il prosieguo delle attività.
Mi piace sapere con chi parlo, i leoni da tastiera lasciano il tempo che trovano.
Troppo bello nascondersi dietro un nick finto.
Ti ringrazio per il leone, ma temo che in questo abbiamo molto da imparare da te. La tua risposta chiarisce il tuo ruolo. Un ricercatore italiano che sappia cosa vuol dire trovarsi i fondi, salta dalla sedia se gli parli di prelievi del 25% sui fondi. Mi sembra evidente che tu non sappia di cosa stiamo parlando.
Mi spiace deluderti, so bene di cosa si parla molto di più di quanto tu immagini.
I miei anni di lavoro da precaria qui al CNR e le lotte degli ultimi due anni sono servite anche a capire meglio come vengono acquisiti e spesi i fondi di progetti ed il Foe.
Una cosa che non ho capito invece, è il tuo ruolo.
Concretizzando, oltre a invogliare i colleghi ti a venire a Roma per non far approvare il bilancio, fattivamente, come pensi di poter dare una mano a far si che il Governo aumenti il Foe?
Chiedi a Mocella come mai i prelievi sono stati approvati all’unanimità il 16 novembre?
Ha votato si, era favorevole ai prelievi.
Se vuoi ti giro delibera 210, carta canta.
Quella delibera è In gran parte sbagliata ed anderebbe ritirata o emendata.
Precedentemente alla sua approvazione sono nati divese forme di proteste, alcune anche sostenute dai direttori. Poi i direttori non hanno avuto il coraggio di andare fino in fondo e il CDA ha approvato uno scempio, forse pensando che fosse il male minore.
A questo punto non resta che trovare una protesta più efficace dal basso. La manifestazione di domani dovrebbe essere solo un passo, poi è chiaro che si dovranno chiedere fondi strutturali per il FOE presso gli interlocutori giusti. Tuttavia il messaggio che vogliamo inviare è che il CNR non può fare cassa sulla pelle dei ricercatori che riescono a prendere progetti.
Mocella che ora dice essere una delibera sbagliata poteva votare “NO” o astenersi, invece ha votato “SI” ed ecco i risultati.
La colpa è anche sua se faranno prelievi sulla rete. Non fatevi strumentalizzare!
Voglio solo puntualizzare che il CNR siamo noi tutti dipendenti strutturati o meno, non è solo il Presidente o il rappresentante del personale, continuerò a ripetere che dobbiamo andare tutti uniti a Montecitorio e chiedere aumento del FOE per non avere prelievi sugli istituti.
La mobilitazione per chiedere il rinvio dell’approvazione del bilancio di previsione 2019 e la contemporanea richiesta per un aumento del FOE non sono legate alle stabilizzazioni, tantomeno le mettono in pericolo. E’ chiaro a tutti che le stabilizzazzioni hanno una copertura fininziaria a parte e possono essere portate a termini indipendentemente dal bilancio di previsione. E’ stato detto e ribadito più volte.
Qui si parla del futuro del CNR, sia di chi è già strutturato, sia di chi precario verrà a breve stabilizzato. E’ un tema che dovrebbe interessare tutti noi, invece che dividere.
Senza un aumento adeguato del FOE (aumento strutturale e non una tantum) le attità di ricerca non potranno essere portate avanti. Il CNR si troverà in breve tempo a non essere più competitivo rispetto alle Università che non sono soggette ad analoghi tagli sui fondi esterni di ricerca, per non parlare dell’estero. I ricercatori non avranno più interesse a scrivere progetti che poi non potranno svolgere poichè i fondi verranno prelevati per altri fini.
Già adesso molti costi vengono coperti da prelievi sui progetti di ricerca, ma le proporzioni che si prospettano non sono più compatibili con lo svolgimento delle attività.
L’aumento strutturale del FOE è essenziale ed il solo pensare che si possa farne a meno o coprire i problemi con prelievi sui progetti di qualsiasi tipo è miope o in mala fede. Pertanto deve essere ribadito in ogni occasione nell’interesse di tutti noi.
Assolutamente, perfettamente, completamente d’accordo con tutto quello che dici. Il futuro del CNR è in gioco mentre qui qualcuno si trastulla in polemiche pretestuose e inventa accuse senza senso contro chiunque provi a combattere per la sopravvivenza dell’Ente.
E’ evidente che qualcuno si sta facendo manipolare e/o che mancano delle conoscenze riguardanti riforma Madia stabilizzazioni e funzionamento dell’Ente. Cara Claudia, mi spieghi come possono essere portate a termine le stabilizzazioni con un rinvio (evidentemente a data da destinarsi, eventualmente gennaio) del Bilancio? Non è palese che il Bilancio previsionale riguarda anche le cifre da assegnare all’Ufficio per il personale per il pagamento degli stipendi di tutti compresi gli stabilizzandi? Sapete che le risorse dedicate (anche quelle extra-FOE, i 40 mln da cofinanziare al 50%) vengono persi se non si usano? Se queste somme non vengono accertate e inserite in bilancio come si effettuano le assunzioni? Il problema è che l’obiettivo non dichiarato di alcuni (evidentemente non di tutti, non tuo suppongo) è bloccare le stabilizzazioni da molti non gradite. Se non è ignoranza (non conoscenza) è ipocrisia.
Per quanto mi riguarda sono (e siamo) pronti a scendere nuovamente in piazza per vedere aumentato GIUSTAMENTE il FOE criticamente sotto soglia da troppo tempo. E’ però importante che chi domani va a chiedere un BLOCCO del Bilancio preventivo lo faccia consapevolmente e consapevolmente si renda conto che in questa maniera (peraltro non appoggiata da nessum sindacato) mette, volente o nolente, a rischio il processo di stabilizzazione. Liberi di manifestare, ognuno poi si assumerà le proprie responsabilità.
1) non si sta chiedendo di non approvare il bilancio preventivo, ma di rinviarne l’approvazione di 2-3 settimane, chiedendo in modo forte un aumento del FOE
2) le stabilizzazioni già sono state approvate, e in gran parte anche calandarizzate, i comma 2 stanno per iniziare le prove orali
3) La crisi del FOE non è legata alle stabilizzazioni. Le stabilizzazioni vengono da altre voci di bilancio stanziate ad hoc, o comunque vincolate ad esse. Se paradossalmente non si procedesse alle stabilizzazioni, questi fondi si perderebbero senza migliorare il FOE
A parte i punti tecnici, io mi chiedo come mai non capite che il problema del FOE riguarda tutti i precari, almeno tutti quelli che fanno ricerca, e che vorrebbero continuare a farla anche dopo essere stati giustamente stabilzzati. Non vi rendete conto che con questi prelievi e questo FOE sarà impossibile?
Posso capire che un discorso del genere lo possa fare un amministrativo o qualcuno che preleva, ma non un derubato dei suoi progetti.
Scusate, ma perchè Mocella non ha votato contro la delibera in questione?
Perlomeno si poteva astenere.
E cmnq non è vero che la stabilizzazione non si blocca. L’approvazione del bilancio è propedeutica e (visti i tempi) anche urgente.
Caro Andrea, mi sembra di averlo spiegato sufficientemente nella mia sintesi ma in effetti meglio ripeterlo.
Disponendo di un solo voto ho negoziato il mio voto con una serie di concessioni che reputo importati e in particolare l’impegno – in delibera e non semplicemente a voce – che ogni risorsa aggiuntiva che dovesse arrivare a ridurre la pressione sulla rete scientifica e ad impegnare l’overhead (su cui non erano disposti a fare un passo indietro) per le progressioni di carriera di cui beneficerà il personale dei livelli III e II che contribuisce a fare i progetti oggetto dei prelievi. Non è l’ideale ma è un correttivo rispetto a delle proposte ancor meno accettabili.
Io sono, come tutti noi credo, volto a fare in modo che il CNR possa in un qualche modo fare il proprio bilancio preventivo per l’anno prossimo. Le linee guida servono a consentire di fare il bilancio con le insufficienti risorse di FOE attualmente disponibili. Questa deve però essere un’extrema ratio. Poiché non vi è nessun obbligo reale di fare il bilancio preventivo a novembre, con la legge di bilancio dello Stato in via di applicazione e – finora – nessuna risorsa aggiuntiva nel FOE nella prima versione della legge ma solo qualche emendamento la cui approvazione è incerta e i cui importi del tutto insufficienti.
La mia richiesta, dall’inizio è dunque quella di rinviare l’approvazione del nostro bilancio per essere più forti nella richiesta di un aumento del FOE. Dopo l’approvazione del bilancio preventivo sarà molto più difficile “pretendere” un incremento del FOE nella legge di bilancio dello Stato.
Comunico che : appoggiati da FGU-ANPRI, alcuni colleghi dell’Area 1 di Milano hanno indetto per domani 30 Novembre alle ore 11, in occasione della riunione del CdA del CNR, un’assemblea di tutto il personale per discutere del tema del finanziamento 2019 del CNR e di come le misure proposte dalla Dirigenza a compenso di una improvvida e prevedibile mancanza nelle entrate , rischino di compromettere in modo grave e duraturo le attività di ricerca dell’Ente. Questo è il tema e non altri, men che meno il processo di stabilizzazione in corso. Sarà in sede di dibattito e pubblico confronto che emergerà la posizione del personale presente riguardo alle più diverse e opportune azioni di protesta, che verranno tempestivamente comunicate al rappresentante del personale in CdA .
Invitiamo quindi tutti a ritrovarsi domani, venerdi’ 30 novembre alle ore 11 in sala B, via Corti 12, in occasione dell’importate riunione del CdA del CNR che si terrà quasi in contemporanea a Roma e che dovrebbe siglare le misure, tutte a carico degli Istituti, per la chiusura del bilancio di previsione 2019.
Non so se domani chi manifesterà riuscirà ad ottenere il rinvio dell’approvazione del bilancio di previsione del 2019 e non so se sarà un bene o un male (e non lo sa nessuno, ognuno ha le sue idee difficili da confutare senza un verifica sperimentale che ci potra essere solo troppo tardi).
Quello che so per certo è che senza un aumento del FOE sono a rischio le stabilizzazioni di tutti quelli che non verrano stabilizzati nel 2018 ed è a rischio il futuro stesso dell’ente e che questo non lo vuole nessuno di noi.
Quindi dopo la manifestazione di domani (qualunque sia il suo esito) ci dovrà essere una grande manifestazione tutti uniti, per chiedere al governo un aumento per FOE e ci dovremo essere tutti: amministrativi, assegnisti, borsisti, collaboratori, dipendenti, direttori, precari, ricercatori, tecnici, tecnologici in rigoroso ordine alfabetico perchè saremo tutti ugualmente importanti e ugualemente interessati a che il CNR abbia un FOE adeguato ad assumere gli altri precari e a coprire le spese di funzionamento dell’ente senza più chiedere soldi alla rete scientifica.
Ognuno ha le sue motivazioni per andare o meno alla manifestazione di domani ed è convinto di fare il bene dell’ente (che è in definitiva anche il proprio bene visto che in quest’ente ci vogliamo tutti lavorare).
Vi chiederei se possibile di evitare inutili e sterili polemiche (contate fino a 100 e rileggete 3 volte il messaggio prima di premere il tasto “pubblica commento”).
In bocca al lupo a tutti!
Roberto
Grazie Roberto, concordo in pieno con quanto hai scritto e mi associo al tuo invito.
Ciao
Stefano Morara
Cari colleghi ribadisco che la stragrande maggioranza dei precari, stabilizzati a breve o ancora da stabilizzare, spera che domani il bilancio previsionale sia approvato così com’è, anche se comprendiamo e condividiamo la vostra preoccupazione per il precedente che si viene a creare, per cui il CdA autorizza l’amministrazione a prelevare i fondi di ricerca per il pagamento di spese che nulla hanno a che fare con i progetti di ricerca da cui i soldi sono prelevati. La mancata approvazione del bilancio non solo può influire eccome sul processo di stabilizzazione, in particolare per tutti i colleghi che saranno idonei ai concorsi riservati al comma 2 e per i quali le risorse necessarie allo scorrimento delle graduatorie devono ancora essere individuate con certezza nel bilancio dell’anno prossimo. Se poi la mancata approvazione del bilancio dovesse scatenare una dinamica di commissariamento del CNR, o la sostituzione del presidente e del CdA, come visto già all’ASI, il processo di stabilizzazione di cui Inguscio si è fatto garante potrebbe essere del tutto bloccato. Ed io a questo punto mi fido più delle promesse di Inguscio che dello zelo mostrato dal Ministro e dal suo potente direttore del dipartimento Università e Ricerca del MIUR, estensore di fatto della legge Gelmini e corresponsabile dello scippo di 100 milioni dal foe del 2010. Vi invito quindi a mettere le cose nella giusta prospettiva: i prelievi sui fondi di ricerca molto probabilmente non ci saranno, devono essere autorizzati solo per indicare poste attualmente certe per la redazione del bilancio preventivo; gli emendamenti della maggioranza al disegno di legge di bilancio fanno cautamente sperare che l’aumento del FOE possa essere portato a casa, per cui non solo potremo evitare i prelievi ma anche portare a termine tutte le assunzioni di idonei ai concorsi riservati e di comma1 non prioritari prima del termine della finestra per l’applicazione del decreto 75. Vi informo però che cercheremo di ostacolare qualsiasi cosa metta in dubbio che LA PRIORITA’ SU QUALSIASI ULTERIORE NECESSITA’ DELLA RETE SCIENTIFICA E’ L’ASSUNZIONE DEI PRECARI CHE HANNO MATURATO IL DIRITTO ALLA STABILIZZAZIONE E HANNO GUADAGNATO CON LA LORO MOBILITAZIONE ANCHE I SOLDI PER ATTUARLA. Per cui dopo anni di rinnovi di contratti con part-time forzosi o forme contrattuali che rasentano la schiavitù, farsi dire da chi ha lo stipendio certo tutti i mesi, che lavori o meno, che ha la metà del mio h-index ma è primo ricercatore, che ventilare un prelievo sui fondi di ricerca che probabilmente non ci sarà è inaccettabile e quindi bisogna bloccare l’approvazione del bilancio (auguri!), è francamente troppo. E non basta sostenere che l’iniziativa di domani non influisce sulla procedura di stabilizzazione, o che le stabilizzazioni sono sacrosante. Serve perlomeno che chi è corresponsabile dell’esplosione del precariato, pur di mandare avanti gli amatissimi progetti di ricerca prendendo due assegnisti invece di un RTD, così costano meno, dichiari in modo limpido che la vita e la sicurezza lavorativa e professionale delle persone per le quali leggi e sentenze parlano molto chiaramente di abuso nella reiterazione dei contratti a termine, sia prioritaria rispetto a qualsiasi altra spesa o obiettivo o velleità della rete scientifica. Solo allora potremo raccogliere l’invito a mobilitarci tutti assieme per avere più soldi dal governo e dal parlamento per la ricerca pubblica in Italia.
Caro Giuseppe,
Sono molto d’accordo con te quando dici che ci sono stati ricercatori TI che hanno abusato dei contratti flessibili. Per fortuna ce ne sono stati anche molti che non lo hanno fatto e comportandosi correttamente hanno dato la possibilità ai “loro” precari di essere stabilizzati. Dobbiamo fare in modo che il numero di chi si comporta correttamente cresca e sono certo che sarà così perchè in molti TI (purtroppo non tutti) sta crescendo la consapevolezza della problematica del precariato .
Tu dici di fidarti di Inguscio e non del ministro. Il problema è che Inguscio non potrà tenere fede alle promesse se non avrà ulteriori fondi dal ministro di cui non ti fidi. Scorrimenti di graduatorie e assunzione dei non prioritari NON sono legati all’approvazione del bilancio, ma alla presenza di fondi aggiuntivi che al momento sono solo promessi in modo del tutto informale. Se gli scorrimenti e i non prioritari non fossero legati a nuovi fondi (che al momento non ci sono) Inguscio avrebbe potuto inserirli tranquillamente nel piano triennale di assunzioni a Gennaio 2019. Non può farlo perché nel bilancio 2019 non ci sono i soldi per assumerli. Mentre in bilancio ci sono (ovviamente) i soldi delle stabilizzazioni già deliberate che quindi non sono in discussione.
Ma visto che servono ulteriori fondi per completare le stabilizzazioni e non “tassare” la rete scientifica il vero punto in discussione è:
il CNR ha più probabilità di ottenere ulteriori fondi approvando un bilancio “lacrime e sangue” o ritardandone l’approvazione e dichiarando che non può approvare il bilancio in mancanza di un impegno formale del governo a fornire risorse aggiuntive?
Purtroppo la risposta a questa domanda non è certa e si possono avere opinioni diverse.
Una gran parte dei colleghi che manifestano domani pensano che il CNR debba ritardare l’approvazione del bilancio di qualche settimana (ma sarebbe comunque approvato entro l’anno) per evidenziare la difficoltà oggettiva dell’ente con le attuali risorse ed essere quindi più incisivo nella richiesta al governo per ottenere più fondi per il bene di tutti, in primis dei precari ancora da stabilizzare.
come ex dirigente del cnr devo constatare che da più parti si finge di ignorare il meccanismo perverso che ha determinato un aumento incontrollato ed incontrollabile del precariato che oggi NON accetta di essere escluso da un futuro lavorativo stabile. Il Dr. Mocella ha approvato la nomina a D. G. di Di Bitetto,qualche astensione,il rifiuto della approvazione del regalo di 9.700 euro ad un imprenditore ( e qui tanto di cappello ),oggi per favore voti contro il bilancio 2019;ho visto un ricercatore con il maglione rosso affermare che la approvazione del bilancio sarà il segnale che l’Ente è soddisfatto
Come disse Giovannone (il sottocuoco, cfr. Monicelli), “non ho capito un c….”. Ex dirigente CNR, ma davvero?
non avrei potuto essere iscritta se non dipendente o ex dipendente CNR; se il Masetti non ha capito è un suo problema!
rettifico i milioni di cui alla mia precedente comunicazione sono novemilionisettecentomila euro!
COMUNICATO FINALE, ASSEMBLEA DEL PERSONALE DI RICERCA DELL’ARM1 DI MILANO
Si e’ tenuta questa mattina presso l’Area di ricerca 1 del CNR di Milano un’assemblea del personale per discutere del grave problema della chiusura di un bilancio preventivo del CNR, che, come da poco confermato dal Presidente al termine del CdA odierno, prevede per l’anno 2019 l’utilizzo a compenso, di soldi distolti dai contratti di ricerca dei singoli ricercatori.
L’assemblea:
1. Ha espresso una posizione di contrarietà ad alcuna azione che possa pregiudicare il piano di stabilizzazione in corso dei colleghi precari , che costringe, per legge e pena la loro perdita, all’impiego delle risorse dedicate, entro il corrente anno. Rifiuta quindi di cadere nella trappola di una perniciosa e controproducente contrapposizione tra generazioni.
2. Considera in ogni caso fortemente deprecabile non aver previsto per tempo il maturare di una simile situazione di grave criticità economica, non averla debitamente comunicata e non averci fatto fronte con necessarie e tempestive azioni di reperimento dei fondi. Rimane inaccettabile, non condivisibile e pregiudizievole per gli anni a venire, la richiesta rivolta ai ricercatori di sopperire con i propri fondi di ricerca al funzionamento e alle manchevolezze dell’Ente. Un pericoloso e inaudito precedente
3. Da vita, al suo interno, ad un Comitato di mobilitazione permanente che , composto da lavoratori dell’Ente in tutte le declinazioni possibili, stabili e precari, si pone l’obiettivo ed il compito di analizzare in modo critico, ma costruttivo e costante, la realtà di lavoro del CNR in modo che situazioni come quella attuale non debbano mai più ripetersi..
L’assemblea è stata partecipata, vivace e rappresentativa dei diversi istituti, inquadramenti e professionalità.
Milano, 30 Novembre 2018 ore 15.00
Grazie Breviario per la comunicazione. L’assemblea ha centrato pienamente il punto critico: comunicazione e tempestività delle azioni. Due carenze croniche e lasciatemi dire molto più che sospette. C’è anche un’altra grave constatazione che mi sento di fare: la separazione sempre più profonda tra il ruolo della sede centrale con il suo assetto da “ministero” e gli Istituti o, come adesso si preferisce dire, la Rete. Ormai colloquiano solo per il tramite di procedure sempre più farraginose e sempre più distanti dalle necessità operative. Vero è che in tutta la P.A. italiana ormai prevale da anni un atteggiamento di burocrazia difensiva che mira più a blindare posizioni o schermare responsabilità che essere efficace.
Il “grosso” del reclutamento CNR è sempre passato per “sanatorie”: i “285” -più o meno nel ’90-, poi nel 1997, 2007 .. 2018 (un anno di ritardo rispetto al ritmo ormai decennale). Tutto questo è tristemente testimone della incapacità dell’Ente (nostra!?) di impostare (chiedere con forza!?) una politica di reclutamento equa e pianificata nel tempo. Da qui anche l’uso anomalo degli strumenti disponibili (Adr, TD, CoCoCo e così via) in un tragico bilanciamento tra risorse e onestà intellettuale.
Le regole di pianificazione economica dei progetti e la relativa rendicontazione sono sempre più stringenti (suppongo che anche voi avrete sperimentato l’esperienza con auditor internazionali e ditte di auditing) difficile “recuperare tra le pieghe” di progetti senza margini evidenti. Qualcuno si chiede come possiamo tenere il passo con l’aggiornamento ed il mantenimento delle nostre tecnologie. L’aumento del FOE resta l’unica possibilità; ma siccome è prevedibile che sarà minimo (se ci sarà!) a questo assocerei una razionalizzazione dei costi e delle spese generali della rete (ma per favore non ci basiamo sui CPV che vanno dalle giarrettiere ai missili terra-aria!) ma anche di quelli che centralmente l’Ente pone in essere.
Occorre ridare respiro all’orizzonte di ricerca dei ricercatori, spesso obbligati a legare il somaro dove esiste il chiodo. E in ultimo un’osservazione sperimentale: in un momento in cui abbiamo un percorso di stabilizzazioni così esteso, vedo nella mail quotidianamente -forse più di sempre- “richieste di personale interno”, probabilmente prodromiche a futuri TD: appuntamento tra dieci anni?