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Quello che non … (parte 2)

Nell’assordane silenzio di questo inizio di anno, prosegue la lista di quello che non sappiamo, in un’opera l’opera di sistematica (dis-) informazione.

Il CdA è ormai convocato in seduta permanente ed il presidente pro tempore ha ormai stracciato il record stabilito in precedenza da Nicolais ( quest’ultimo destinato all’incarico di ricercatore emerito) con ben 6 CdA in 31  giorni e la bellezza di 16 audizioni per la nomina di 16 nuovi direttori  fra il 20 gennaio e il 5 febbraio 2020. A questo punto sarebbe forse il caso di dire quanto meno chi sono i candidati presenti in audizione.

Intanto, è ripresa la girandola degli accordi finalizzati alla ripartizione dei fondi per progettualità “straordinarie” attribuiti nel FOE , ovviamente senza bando perché ormai non si usa più. Molti di questi accordi avrebbero meritato un po’ di attenzione e qualche dettaglio in più nelle comunicazione ma, nei dispacci stile MinCulPop, c’è tipicamente la parte di informazione che si desidera comunicare e sul resto si glissa.

Ad esempio sull’accordo con la fondazione S. Lucia c’è un’analisi dettagliata di P. Iozzo (consultabile qui  ), mentre il resoconto è quantomeno stringato.

Cosa dire poi della comunicazione relativa al consorzio CNCCS, sulla cui stessa costituzione l’ANAC aveva fatto rilievi evidenziando che il socio privato non era stato scelto con procedure di evidenza pubblica (cf il resoconto del CdA del 12/3/2019, ovvero quando c’erano …  ).

Il comunicato MinCulPop relativo alla riunione del 16/01/20 afferma che “La ripartizione dei finanziamenti per gli Istituti CNR è fissata esplicitamente nei documenti di progetto allegati alla Convenzione. ” ma ben si guarda dall’allegare la convenzione approvata (Convenzione CNCCS 01 2020), dove invece appare una  realtà del tutto diversa da quanto affermato dal MinCulPop dove la ripartizione per gli istituti del CNR non è affatto esplicitata.

 

Come si dice, quando il gatto non c’è …

… ma come noto i gatti sono sornioni e spesso fanno solo finta di dormire e, fortunatamente, nell’amministrazione c’è ancora chi porta le crocchette ai gatti sornioni.

 

Anche con un occhio socchiuso riesce quindi a vedere quel che è sfuggito al MinCulPop.

Non una parola sul fatto che con decreto d’urgenza il presidente ha designato un membro nel CdA della società Principia SGR, sulla cui partecipazione il CdA ha deliberato nel lontano marzo 2012  la dismissione senza che poi l’amministrazione riuscisse ad attuarla nell’arco di ben 8 anni  -dopo aver deliberatamente nascosto agli organi tale partecipazione (cf. CdA del 3/2/2016, del 18/2/2016, del 12/6/2018 e  del 28/6/2018, della serie quando c’erano i resoconti) e dimentica ora che, ai sensi dell’ art 24 comma 5 del Dlgs 175/2016 e ss.mm.ii. [1] il CNR non può, dopo 12 mesi dalla decisione di dismettere, più esercitare i diritti sociali e men che mai quello di designare un membro nel CdA di Princpia SGR, che anzi andrebbe posta in liquidazione ai sensi del codice civile.

Tale nomina è quindi contraria alla legge? Cosa ne penserà la sezione di controllo della Corte dei conti competente ?

 

Molto singolare è la Convenzione fra il CNR e il Campus Biomedico del CdA del 29 gennaio 2020.

Poiché il dispaccio sarà inevitabilmente avaro di dettagli proviamo a vedere l’antefatto. Il FOE del 2019, sempre in modo molto singolare, aggiunge una nuova voce fra i progetti strategici del paese  e prevede 500.000,00 finalizzati allo svolgimento di attività di Ricerca e Sviluppo nell’ambito del Progetto “Economia Circolare”.  La somma è destinata al CNR e d’altra parte qualcuno potrebbe pensare che il CNR possiede al suo interno le competenze per svolgere tale progetto.

Ma, come noto, il Campus Biomedico è leader incontrastato in tale settore e quindi il CNR non poteva che stipulare con il Campus Biomedico una convenzione per poter far fronte a tale impegnativo progetto.  Ricordo, se mai vi fosse sfuggito che il presidente protempore del CNR  dal 1 maggio 2019 ha lasciato l’università di Firenze – da cui era in aspettativa senza assegni- per assumere l’incarico presso il Campus Biomedico come professore in aspettativa con assegni(cf. CdA dell’11/07/2019, della serie quando c’erano i resoconti) che, giova ripeterlo, non sono pagati grazie alla presente convenzione di cui sopra segue visto che il presidente non ha competenze specifiche in tale campo. La convenzione  prevede di destinare 200.000 €  al Campus Biomedico per contribuire a tale progetto.

 

Divertenti sono poi le ratifiche ora per allora di ben 4 partecipazioni risalenti agli anni 2013 e 2014 (punto 14.8 del CdA del 29 gennaio 2020 ): ormai non c’è più limite alla fantasia per coprire l’illegittimità di certi atti.

 

Un messaggio a parte merita poi l’argomento del tesoretto.

Di certo il tesoretto non ha nulla a che vedere con i 597 milioni  che il MIUR ha assegnato al CNR per “L’Impostazione strategica nello sviluppo delle politiche scientifiche” dal 2018 al 2033 e che il presidente  ha improvvisamente scoperto di dover indicare al ministero nelle ultime settimane del suo mandato saltando a pié pari tutte le procedure di programmazione regolamentari, dimenticando che le proposte devono essere effettuate dai consigli di istituto trasformando i Consigli scientifici di dipartimento in notai. Andrebbe di certo approfondito che cosa sono gli enormi  avanzi alle voci “spese correnti” e “Investimenti fissi lordi e acquisto di terreni” che costituiscono una parte rilevante del tesoretto  che ammonta a circa 150 M€ disponibili (cf quello che non … parte 1)

A proposito degli investimenti fissi, altrettanto anomala è la circostanza secondo cui il MIUR avrebbe ricevuto il 19 dicembre 2019 una lettera del CNR contenente la ripartizione di 333 M€ di spese edilizie e di efficientamento energetico. Quantomeno singolare la circostanza che siano presenti spese per l’efficienza energetica  per sedi in locazione. In modo non dissimile dalle infrastrutture. non è chiaro chi abbia deciso la lista delle priorità, ma questo ormai non stupisce più nessuno.

Di anomalie come di molliche di Pollicino se ne trovano molte in giro e seguendo la traccia vanno tutte nella stessa direzione, di cui l’opera di (dis-)informazione è parte integrante.

 

 

 

[1] art 24 comma 5 del Dlgs 175/2016 :In caso di mancata adozione dell’atto ricognitivo ovvero di mancata alienazione entro i termini previsti dal comma 4, il socio pubblico non può esercitare i diritti sociali nei confronti della società e, salvo in ogni caso il potere di alienare la partecipazione, la medesima è liquidata in denaro in base ai criteri stabiliti all’articolo 2437-ter, secondo comma, e seguendo il procedimento di cui all’articolo 2437-quater del codice civile

 

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