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Un CNR nuovamente umiliato saprà finalmente offendersi?

Facciamo finta di essere persone estranee all’ambiente/Ente di cui trattiamo, dovrebbe aiutare a esprimere un parere oggettivo, e immaginiamoci di venire a sapere che tre membri di un CdA composto da cinque persone (di cui una quarta, Il Presidente, ancora da designare), vengano finalmente nominati dal Ministero competente, dopo una lunga attesa, diciamo il 10 di Febbraio 2021. Riguardo al Presidente veniamo anche informati che il suo mandato è stato rimpallato per più di un anno (dal Febbraio 2020) attraverso una serie di proroghe nonostante le procedure per la nomina del suo successore fossero state da tempo completate con la selezioni di cinque nominativi. Ci fanno pure sapere che ad Aprile 2020, 500 amministrati dell’Ente in questione, allarmati dalla precarietà della situazione, avevano già inviato al Ministro una sollecitazione a nominare al più presto il nuovo Presidente.

Sempre come persone non coinvolte veniamo a sapere che il nuovo CdA appena nominato, in attesa del nuovo Presidente, si attiva per riunirsi ed eleggere un Vice-Presidente, sostituto indispensabile per garantire la funzionalità operativa dell’Ente. Lo fa per il 13 di Febbraio 2021 e veniamo pure a sapere che la riunione di quel giorno va deserta perché a soli tre giorni dalle nuove nomine il CdA si è già liquefatto. Tra il 12 e il 13 Febbraio arrivano infatti le dimissioni dei tre personaggi appena nominati, chi perché chiamato a più alti incarichi, chi per motivi suoi. Tutto da rifare.  Chiediamo, per completezza, chi è l’ultimo dei membri del CdA e ci viene risposto che è il Rappresentante del personale (RdP) eletto circa due anni fa proprio dal personale. 

Penseremmo, come chiunque, che si tratta di una sceneggiata orchestrata e recitata da personaggi nessuno dei quali mostra alcun serio interesse per le sorti di quell’Ente che quindi pensiamo sia uno tra quelli inutili ma… sorpresa!, ci informano che si tratta dell’Ente di ricerca  più grande d’Italia, un Paese che sta vivendo una serie di importanti sfide scientifiche e tecnologiche. Ci auguriamo si tratti di un scherzo, ma non lo è, ed essendo Italiani e contribuenti ce ne addoloriamo moltissimo. Ci domandiamo allora come tutto ciò possa accadere. Come sia possibile che circa 8.000 persone possano venire sbeffeggiate in questo modo. Ricordiamo che fin da piccoli abbiamo più volte registrato come ad essere presi per i fondelli erano sempre i più deboli, i meno capaci di difendersi, i peggio rappresentati, se mai lo sono. Ci chiediamo quindi come sia possibile che 8.000 teste pensanti, perché impiegati in Ente di ricerca (l‘avevamo finora omesso) non abbiano trovato il modo di tutelarsi adeguatamente.

Veniamo a sapere che si tratta di 8.000 persone che hanno primariamente affidato la loro difesa ai Direttori dei loro diversi istituti, eletti da quegli stessi CdA, quando decidono di non eclissarsi. Lo troviamo strano. Direttori che a loro volta, nei loro rapporti esclusivi con chi li ha nominati, chiedono l’assenso, ottenendolo pure, dai loro amministrati, senza coinvolgerli più di tanto in merito alla posizione da assumere, alle lettere da inviare. Anche questo ci suona un pelino scorretto e poco incisivo.

Dulcis in fundo, veniamo a sapere che, dopo aver ottenuto il voto degli 8.000 individui raggiunti da una campagna elettorale capillare, il Rappresentate del personale predilige comunicare con le sole rappresentanze del personale, escludendo in questo modo la possibilità di  una risposta immediata, sdegnata e popolare che dia sfogo ad una dignità ingiustamente offesa. Osserviamo infine la discutibile attitudine di alcuni nostri rappresentanti a farsi garanti di rapporti esclusivi e personali con Direttori, Presidenti, Senatori e Ministri che finisce sempre per tradursi in robuste iniezioni di autostima individuale, ma con conseguenze improduttive per la collettività che rimane subalterna al controllo politico e alla burocrazia ammnistrativa. 

Alla fine capiamo: le 8.000 persone sono incapaci di difendersi perché sono state sfiduciate, divise e intrappolate, o si sono fatte intrappolare nei cerchi magici. Questa sarebbe la nostra analisi da osservatori esterni.  Ma forse il nuovo ticket di Ministri designati alla Pubblica Amministrazione, al Trasferimento Ecologico, all’Istruzione e all’Università e Ricerca produrrà il miracolo di irrobustirci, stante le loro precedenti gesta.

PS: La situazione descritta è ad oggi 14 Febbraio 2021. Siamo infatti a conoscenza, per altro indiretta, che, con i suoi tempi, forse, dico forse, si sta cercando di dare finalmente una risposta unitaria e di popolo.

3 thoughts on “Un CNR nuovamente umiliato saprà finalmente offendersi?

  1. E mi sa che con queste bastonate la “risposta unitaria e di popolo” va poco lontana… Rinnovo i complimenti

  2. Caro Diego, temo di no!
    dopo l’umiliazione da te raccontata è arrivata l’ulteriore umiliazione da parte del nuovo ministro, che ne solco tracciato dal vecchio ministro ha nominato un nuovo membro del CdA e non il presidente chiedendo di nominare il vicepresidente.
    Molti (troppi?) dipendenti dell’ente invece di indignarsi caldeggiano il RdP come vicepresidente, senza rendersi conto dell’umiliazione subita e disposti a passarci sopra in cambio di un minimo di “potere” in più al RdP.

  3. Grazie Roberto per non farmi sentire solo. Approfitto del tuo commento per rifare il punto della situazione dopo ciò che avevo scritto il 14 Febbraio, chiedendo pleonasticamente se ci si sarebbe offesi, e dopo l’ulteriore umiliazione da te ricordata. Iniziamo.
    2900 lavoratori del CNR si sono di fatto offesi a seguito della farsa di un CdA nominato e smontato in una notte. Per molti sono tanti, per me sono pochi perché ne rimangono circa 5000 che sembrano indifferenti a qualunque cosa accada. 2900 persone si sono indignate ed hanno sottoscritto una petizione indirizzata alla nuova Ministra in cui, nel titolo e nel testo, si reclamava il passaggio del CNR ad un sistema di autogoverno, qualunque cosa voglia dire. Dico questo perché i due ispiratori e primi firmatari di quella petizione sono rispettivamente il vecchio ed il nuovo Rappresentante del Personale e sta a loro condurci verso l’autogoverno usandoci la cortesia di qualificarlo e di farcene discutere. Dovrebbe essere un onore per loro dato il largo seguito ottenuto e un dolce onere che devono assumersi per altro non estraneo alle convinzioni più volte espresse, da ultimo in specifico riferimento all’ elezione diretta del Presidente del CNR. Ci devono condurre in quella direzione indicandoci come si fa, con quale procedura e quali specificità richieste astenendosi dall’uso di concetti generici o rimandi a formule di altre Istituzioni che potrebbero non essere adeguate per il CNR. Ci devono condurre per mano. Se non lo fanno, accontentandosi ad esempio, e qui devo necessariamente fare riferimento al Rdp incarica, di un CdA mutilato, tradiscono le speranze dei 2900, e forse più, e giustificano l’insorgere di pensieri reconditi.
    Sì hai ragione dopo la sceneggiata, è arrivata la beffa di un CdA posticcio che serve solo a far finta di esserci ma che probabilmente nasconde interessi personali e di parte indicibili. D’altro canto si fa fatica a capire perché anche per la nuova Ministra sia così difficile scegliere un Presidente da una rosa già formata da tempo. E’ evidente però che proponendo l’autogoverno i due RdP si pongono di fatto contro tutto l’establisment attuale del CNR a cui suona indigesto, qualunque cosa sia, e per motivi piuttosto deducibili . Ma mi chiedo, cosa si sta difendendo ? Lo scempio di questi ultimi anni? Che giusto per ricordare è approdato ad una crisi di bilancio milionaria mai vista finora, in una burocrazia sempre più asfissiante, in una trasformazione dei ricercatori in impiegati, nella mancanza di un Presidente e di un vertice effettivo protrattasi in proroga per 12 mesi, in una settimana bianca, senza responsabile legale e ora nel mantenimento in vita di un infermo per accanimento politico ? E’ questa l’alternativa all’autogoverno ? E’ questo il sistema che si vuole difendere ?
    Potrebbero controbattere che abbiamo assunto, grazie alla legge Madia, migliaia di persone e dopo dieci anni si sono fatti i concorsi per le progressioni di carriera. Si tratta però di atti dovuti ,e comunque mal fatti, attraverso i quali si immettono in un’azienda decotta, trascinata in una palude senza ossigeno, una sorta di Alitalia della ricerca, una serie di persone che non potranno dare il contributo che devono alla ricerca del nostro Paese proprio ora che la domanda di Scienza che viene dalla società è altissima. Fa molto male vedere tutto questo e soprattutto non scorgere spiragli di ravvedimento.

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