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Trasparenza non invisibilità

La trasparenza è uno dei punti cardini dell’azione delle Amministrazione Pubbliche come il CNR.

Sebbene in alcuni contesti si confonda il concetto di trasparenza con quello di invisibilità, la trasparenza dell’azione amministrativa non ha molto a che vedere con il mantello di Harry Potter.

Dal latino trans parere, trasparenza significa far apparire, far conoscere.

Questo istituto giuridico serve dunque a rendere, a far conoscere in quale modo si formano le scelte della P.A., quali sono le ragioni e le giustificazioni di un dato provvedimento amministrativo.

Sembra scontato eppure nel passato, ad esempio, ho potuto verificare che non erano pubblicati tutti gli incarichi dei dipendenti, almeno di alcuni, sebbene in genere i dipendenti “normali” subiscano un vero e proprio martellamento anche per adempimenti non previsti dalla normativa, come nel caso dei titolari di corsi d’insegnamento sottratti per legge a qualsiasi autorizzazione.

Queste omissioni nella pubblicazione degli incarichi non mi hanno consentito, nel dicembre 2017  come consigliere di amministrazione (cf CdA 17/12/2017  e CdA 5/4/2018), di provare la veridicità  di quanto segnalato da alcuni dipendenti di Catania circa il conflitto di interesse di un dipendente dell’Ente, consulente della Myrmex e membro della commissione che aveva selezionato l’immobile che il CNR si apprestava ad acquistare. La circostanza, rivelatasi poi vera, non è stata priva di conseguenze nella vicenda dell’immobile ex Myrmex che si voleva adibire a sede dell’area di Catania.

Per non parlare della singolare vicenda della sede di Mangone, dove l’Ente corrispondeva inizialmente una locazione di poco superiore al milione di euro anche se la valutazione del canone di locazione effettuata dall’Agenzia delle Entrate era pari a 163.150 € (cf link al forum) e dove parte della documentazione era stata a lungo sottratta alla conoscenza di CdA e Collegio dei Revisori dei Conti (cf. CdA del 9/5/2017 , CdA 8/6/2017 e CdA del 20/6/2018).

La vicenda del progetto della TV scientifica è un esempio emblematico della mancanza di trasparenza dell’operato, come ho più volte denunciato.

  • Ad anni di distanza dall’allocazione del finanziamento da parte del CIPE (dicembre 2016) non è ancora noto chi sia l’autore del progetto approvato dal CIPE e presentato a nome del CNR. Certo, da un punto di vista amministrativo il responsabile è e resta l’allora presidente Inguscio che lo presentò senza approvazione del CdA, come previsto dallo statuto. Di certo, però, non è lui ad avere ideato il progetto.
  • Ad anni di distanza non è chiaro perché Inguscio nel giugno 2018 abbia firmato la convenzione per conferire lo svolgimento dell’intero progetto (o quasi) a CNCCS, senza la preventiva autorizzazione del CdA come invece previsto da statuto e ROF.
  • In un concitato Consiglio di Amministrazione è capitato persino che il presidente Inguscio chiamasse l’amministratore delegato del consorzio, interrompendo poi il CdA per chiedere il suo accordo sulla modifica della convenzione che prevedeva una modalità più favorevole per l’erogazione dei fondi (cf. una mia recente intervista a Panorama  e la sintesi di quel CdA). Eppure da allora del progetto di TV scientifica non si è saputo più nulla.
  • Il pagamento previsto da quella convenzione è stato regolarmente erogato, come si può verificare nei bilanci della società partecipata, eppure nella sezione amministrazione trasparente- pagamenti sul sito istituzionale non è possibile trovare traccia di questo pagamento.

All’OdG del prossimo CdA il 3 giugno è presente un punto 7:

CONVENZIONE TRA IL CNR ED IL CNCCS PER IL PROGETTO DENOMINATO “HIGH SCIENCE TV.EU” – INFRASTRUTTURA INTEGRATA DI EDITORIA TELEVISIVA SPECIALISTICA A SUPPORTO DELLA RICERCA SCIENTIFICA – DETERMINAZIONI

Si tratta di un’occasione preziosa per la neo-presidente Carrozza di mostrare che i tempi sono cambiati e dare una svolta di ad una piena trasparenza.

Ai fini della trasparenza sarebbe, a questo punto, interessante finalmente chiarire:

  • Chi ha ideato il progetto ed ha deciso di chiedere al CIPE di finanziarlo?
  • Perché si è deciso di affidare l’intero svolgimento (o quasi) a CNCCS?
  • Cosa ne è stato del progetto di TV scientifica dopo 18 mesi dall’erogazione della prima tranche, pari a oltre 4 milioni di euro?
  • Perché non si trova traccia del pagamento della prima tranche sulle pagine relative ai pagamenti nella sezione  Amministrazione Trasparente del sito istituzionale ?

La trasparenza va ben oltre il progetto specifico, si tratta di rendere trasparente la filiera attraverso cui l’Ente valuta e sceglie i progetti da sottoporre a valutazione governativa, come sceglie i propri partner ecc..

4 thoughts on “Trasparenza non invisibilità

  1. possiamo scrivere tutti alla Carrozza che nessuno di noi ha avuto alcun beneficio ne’ informazione sull’attività della TV?

    che nessuno è a conosocenza di cosa abbia prodotto?

    che quanto prodotto (sicuramente qualche filamtino riciclato da youtube o dal web l’avranno fatto) non è stato nenache mai pubblicizzato neppure all’interno dell’ente

    che quanto prodotto non valecerto 4 milioni, ma sarà cosa artigianale fatta in casa?

    che CNCSS si occupa di farmacologia e vettori virali (magari anche bene, coi soldi nostri), ma non di TV

    una petizione da firmare tutti?

  2. articolo tanto stringato quanto denso di contenuti e manifestamente fondato;
    sono seriamente preoccupato perchè l’allora Rappresentante del personale nel C. di A. non è stato assecondato dal personale (E NON SOLO DAI R/T ) con l’invito allo Inguscio delle dimissioni ed in difetto petizione nei confronti del Manfredi Gaetano del commissariamento;
    non può sfuggire l’anomala situazione che le problematiche situazioni del C.N.R. devono essere risolte purtroppo nelle sedi giudiziarie per la strutturale incapacità interne di impedire le derive distruttive di legalità,di funzionalità e di tutela del danaro pubblico

  3. Vedremo quali saranno le determinazion adottate, ma quand’anche si trattasse della revoca della convenzione (con conseguente richiesta di restituire quanto già erogato) occorre spiegare come si arriva a simili decisioni. Sebbene il pessimismo cosmico induca a non vedere i piccoli passi fatti, ricordo che anche il fitto di Mangone e è stato poi ridotto al costo di mercato (dopo oltre 25 anni) e l’acquisto della sede Myrmex a Catania è stato annullato. Per evitare che questo si riproduca in futuro occorre però spiegare come si arriva a prendere simili decisioni. Per Mangone chi ha pagato le conseguenze è stato il personale, cui è stato richiesto di contribuire a pagare la sede mentre quando il fitto era milionario l’Ente era ben contento di pagarlo per intero.

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