AREE STRATEGICHE

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  • Questo topic ha 0 risposte, 1 partecipante ed è stato aggiornato l'ultima volta 3 anni, 7 mesi fa da Patrizia Lavia.
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      Patrizia Lavia
      Moderatore

        Un ultimo atto mi lascia di pietra: la definizione della aree strategiche, ossia come trasformare l’opportunità delle progressioni di carriera ex-art.15, un’occasione necessaria e attesa da anni, in una presa in giro. Le nuove AS sembrano decise più in base al n di commissioni di concorso che si potranno gestire che in base alla scienza. Presentano evidenti gli squilibri. Alcune, che sono sempre state le più numerose a tutti e tre i livelli, sono rimaste invariate e continueranno a infornare centinaia di domande lasciando di nuovo sul campo morti e feriti, ingiustamente. Sarebbe bastato guardare nei call precedenti.

        Lo squilibrio non è solo numerico, ma anche tematico, in alcuni casi con evidente sprezzo sia dei sottosettori ERC che degli SSD universitari. Per esempio la biologia molecolare e cellulare e la biochimica sono accorpate in una AS “monstre” nel DSB, che già di per sé è il più numeroso dipartimento del CNR. Questa AS rappresenta la biologia in toto, poichè non esiste un biologo di nessuna specialità che non lavori con una molecola o una cellula. Altre AS hanno invece profili e specialità descritti fin nel dettaglio.

        Abbiamo quindi squilibrio numerico e incongruenze scientifiche. Veniamo ora al procedimento. A quanto è dato sapere, sono state chieste “indicazioni” ai direttori di dipartimento. Chi tra loro ha voluto e potuto ha coinvolto i CS e i direttori di Istituto. In tutti i casi i passaggi sono stati velocissimi perchè, per un problema irrisolto da anni, è stato imposto di rispondere in tempi brevissimi. Le indicazioni fornite sono comunque rimaste disattese, almeno in alcuni casi.
        Su queste AS, decise senza una discussione scientifica vera e non equilibrate, si chiede adesso al personale di “mapparsi”, per concorsi che dovranno uscire a breve, con la riserva che se una AS risulterà troppo piccola potrà essere accorpata a un’altra affine (si saprà a posteriori).

        Tutto ciò è un’ennesima dimostrazione di grave disattenzione, se non vogliamo dire spregio, nei confronti della scienza e del personale ricercatore e tecnologo del CNR.

        Ci si precipita, in chiusura di presidenza, a definire criteri per concorsi che erano mancati per anni e per i quali il problema era aperto appunto da anni. Come non vedere la gravità della frattura tra dirigenza e personale di ricerca? Tutto questo avviene nella massima indifferenza. I bandi stanno per uscire e, a fronte di qualunque critica ragionata, gli aventi diritto (diritto resta una bella parola, appunto una parola) dovranno affrettarsi a fare le domande, qualunque cosa se ne pensi. Non potendo fare nulla volevo almeno dirlo.

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