Diritto di opzione per il personale tecnico/amministrativo

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  • Questo topic ha 27 risposte, 8 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 5 anni, 3 mesi fa da francesco.
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    • #6402
      Nelly
      Partecipante

        Oggi dal dipartimento DSSTTA è arrivata la seguente mail:

        “durante la riunione di coordinamento della fase transitoria dei nuovi
        Istituti tenutasi il 2 ottobre presso il Dipartimento è stato anche
        dibattuto il tema del “diritto di opzione”. Su tale punto, viste alcune
        domande pervenute, la Direzione Centrale Gestione delle Risorse Umane ha
        precisato che tale diritto può essere esercitato solo dal personale
        inquadrato nei livelli dal I° al III°; il personale di supporto potrà
        successivamente presentare domanda di trasferimento seguendo l’iter
        normale.”

        Nei provvedimenti di riorganizzazione degli istituti coinvolti nell’ultimo “giro” di riorganizzazioni, cioè ISMAR (http://www.urp.cnr.it/copertine/ente/ente_normativa/ordinamento/2018/113.pdf), IAS (http://www.urp.cnr.it/copertine/ente/ente_normativa/ordinamento/2018/114.pdf), IRBIM (http://www.urp.cnr.it/copertine/ente/ente_normativa/ordinamento/2018/115.pdf), IRET (http://www.urp.cnr.it/copertine/ente/ente_normativa/ordinamento/2018/118.pdf) e IRSA (http://www.urp.cnr.it/copertine/ente/ente_normativa/ordinamento/2018/119.pdf), all’art. 7 comma 3 si legge invece la frase “Resta fermo per il personale interessato, l’esercizio del diritto di opzione verso altre strutture CNR, da esercitare entro 30 giorni dall’adozione del presente Provvedimento”, senza fare differenze fra il “personale” ricercatore e il “personale” tecnico/amministrativo.
        Lo stesso discorso vale per la Delibera 29 del 6 marzo 2018 “Criteri generali di riorganizzazione degli Istituti del CNR” (https://www.cnr.it/it/news/allegato/1358), dove all’articolo 7 si trova la frase “7. Al personale afferente agli istituti direttamente coinvolti nel processo di riorganizzazione, nonché eventualmente al personale afferente a istituti diversi comunque interessati ad aderire al processo del/i costituendo/i istituto/i, è riconosciuto l’esercizio del diritto di opzione in entrata e in uscita, ivi compresa la portabilità dei progetti di ricerca previo accordo dell’istituzione ricevente e del committente di ricerca ove presente”. Anche qui la delibera del Consiglio di Amministrazione usa il termine “personale” in modo generico, senza fare differenze fra ricercatori, tecnici o amministrativi.

        Mi sembra chiaro che l'”interpretazione” della Direzione Centrale Gestione delle Risorse Umane sia in confitto sia con i provvedimenti di riorganizzazione che con la Delibera del CdA di marzo u.s.

        Vorrei quindi chiedere al Consigliere Mocella:

        1- Cosa è successo nelle riorganizzazioni precedenti, il diritto di opzione ha riguardato TUTTO il personale degli istituti coinvolti o SOLO i ricercatori?

        2- Il CdA e/o il Presidente Inguscio può chiarire URGENTEMENTE la questione in modo da evitare interpretazioni arbitrarie, con futuri ricorsi del personale a cui venga negata la domanda di trasferimento?

        3- È possibile evitare una buona volta che gli uffici centrali del CNR interpretino in modo “creativo” certi provvedimenti o certe parti del contratto di lavoro che non gli garbano?

      • #6404
        Krueger
        Partecipante

          Quindi secondo la Direzione Risorse Umane chi conta veramente nel CNR sono gli amministrativi e i tecnici (in quest’ordine), i ricercatori sono così insignificanti che il fatto che stiano in un istituto o in un altro non conta. Probabilmente se non ci fossero sarebbe anche meglio, tante seccature in meno.

        • #6409
          Anonimo

            Provo a dire la mia in attesa di un intervento più autorevole.

            Potrei sbagliare, ma nella passata mega-riorganizzazione degli Istituti CNR, quella del 2000/2001 che ha visto passare gli Istituti da 300 a 100, il diritto di opzione, ha riguardato il solo personale ricercatore. Il senso di una “scelta” di questo tipo dovrebbe essere non il limitare la libertà del personale tecnico-amministrativo ma il ribadire che il motore del CNR è la Ricerca e che questa, in uno scenario “dinamico” di rimodulazione e riorganizzazione, deve poter contare sul supporto di un adeguato numero di unità di personale che istituzionalmente svolgono un lavoro a supporto delle attività di ricerca.

          • #6411
            Giogio
            Partecipante

              A mio parere, in attesa di chiarimenti autorevoli, quello scritto nero su bianco nei provvedimenti citati è chiaro, indipendentemente dal passato. Effettuare ora questa discriminazione sarebbe un contraddirsi.
              Nel merito, un Istituto può si perdere dei tecnici/amministrativi, ma li può anche guadagnare e poter supportare altre linee di ricerca grazie a questo. Anche questa è “dinamicità”, dipende solo dal punto di vista. Possono crearsi opportunità professionali prima impossibili. A meno che non si voglia considerare il personale di supporto come “proprietà” dell’Istituto, o del personale di ricerca. Ma questo è ancora un altro punto di vista…

            • #6413
              Anonimo

                Caro Giorgio,

                ma se quanto scritto nei provvedimenti è così chiaro (nero su bianco) perché aspettate pareri autorevoli?
                Sul passato, che tu vorresti scollegato dal presente e dal futuro, è la collega Nelly che al punto 1) delle suo post chiedeva
                Cosa è successo nelle riorganizzazioni precedenti, il diritto di opzione ha riguardato TUTTO il personale degli istituti coinvolti o SOLO i ricercatori?

              • #6462
                Vito Mocella
                Moderatore

                  Cari colleghi, rispondo per quanto mi è possibile alle vostre domande.
                  Nella passata riorganizzazione mi sembra (ma io sono arrivato al CNR subito dopo) che il diritto riguardasse solo ricercatori e tecnologi. Ciò non toglie che la delibera 29/2018 del CdA (su mia precisa richiesta) parla di personale senza operare alcuna distinzione e quindi, a mio avviso c’è poco da discutere. Difatti negli istituti riorganizzati ai sensi di tale delibera mi risulta che l’opzione è stata applicata indifferentemente dal profilo. Capisco che questo abbia creato malumori e tensioni ma sono sicuro che la Direzione Centrale Gestione delle Risorse Umane non può aver
                  “precisato che tale diritto può essere esercitato solo dal personale
                  inquadrato nei livelli dal I° al III°” perché questo vorrebbe dire andare in contrasto con una delibera del CdA. Credo invece che i malumori di cui sopra abbiano spinto l’amministrazione a proporre un atto di indirizzo sul diritto di opzione al prossimo CdA, convocato per il 10 ottobre. Sebbene il CdA possa, chiaramente modificare le proprie precedenti decisioni a mio avviso questo non può avere un effetto retroattivo e quindi per le ristrutturazioni, come quelle menzionate nell’email del dipartimento DSSTTA , assunte ai sensi della delibera 29/2018 non può che applicarsi tale delibera che, come detto, riconosce un diritto di opzione per tutto il personale.

                  • #6467
                    gt
                    Partecipante

                      Nella riorganizzazione del 2010, quella che ha coinvolto INFM, INOA e altri istituti del CNR, il diritto di opzione fu esercitato da tutti i dipendenti, non solo Ric/Tecnol.
                      Nella lettera ai dipendenti inviata il 18/1/2010 dall’allora DG Tuzi si fa riferimento infatti ai “dipendenti coinvolti nell’operazione” senza dare ulteriori specifiche. Se può essere utile, ho conservato il documento e posso inviarlo.

                  • #6469
                    Anonimo

                      Caro gt,

                      c’è qualcosa che non mi torna (lettera ai dipendenti del 2010 ???) e comunque: la confluenza di INOA e INFM è successiva alla mega riorganizzazione degli istituti, molti dei quali già attivi con la nuova denonimazione nel 2001/2002, fatta sulla base del “Regolamento sull’istituzione ed il funzionamento degli istituti del Consiglio nazionale delle ricerche. (Decreto n. 015446) pubblicato in GU http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2000/01/31/24/so/25/sg/pdf
                      (vedi art. 28)

                      • #6474
                        gt
                        Partecipante

                          Ciao Michele
                          Mi riferisco alla riorganizzazione a seguito dello smembramento dell’INFM in tre nuovi istituti e in varie sedi secondarie di istituti CNR già esistenti, che avvenne tra fine 2009 e inizio 2010 (l’INFM era stato fatto confluire nel CNR per decreto ministeriale nel 2003). Credo sia stata l’occasione anche per mettere mano anche in altri istituti CNR, ma non saprei dire quali. Comunque furono coinvolti penso almeno un centinaio di dipendenti (forse più) – direi più o meno lo stesso ordine di grandezza di quella attuale.
                          In quel caso il diritto d’opzione valse tutti i dipendenti senza distinzioni particolari.
                          Grazia

                      • #6472
                        Vito Mocella
                        Moderatore

                          questo l’estratto di una comunicazione del dipartimento per i servizi tecnici e di supporto del 2002 opzione

                        • #6475
                          MAVE
                          Partecipante

                            Cari Tutti,
                            notizie ufficiose dall’ufficio SGTEP sostengono quanto riportato dalla 29, ovvero che TUTTI i livelli hanno diritto a opzionare. Aspettiamo comunque il CdA di domani e l’atto di indirizzo che sarà presentato/deliberato

                          • #6476
                            Nelly
                            Partecipante

                              Ringrazio di cuore tutti i colleghi che hanno risposto e in particolare il Consigliere Mocella impegnato domani nel CdA che dovrebbe chiarire una volta per tutte la questione. Da parte mia mi sono accorta di aver formulato la prima domanda in modo poco chiaro, quello che mi premurava sapere era come si era comportata l’amministrazione del CNR per le riorganizzazioni avvenute DOPO l’emanazione della Delibera 29 del 6 marzo 2018 “Criteri generali di riorganizzazione degli Istituti del CNR” (https://www.cnr.it/it/news/allegato/1358), che se ricordo bene hanno coinvolto alcuni istituti dei dipartimenti di ingegneria e di scienze umane. Dalle risposte dei colleghi intervenuti mi sembra di capire che dal 2000 in poi ogni riorganizzazione ha seguito regole diverse. Posso anche capirlo (anche se non mi sento di condividerlo), però se dallo scorso marzo il CNR si è dato delle regole precise in merito, perché queste non vengono seguite con coerenza dagli uffici della Direzione e dai Dipartimenti?

                            • #6479
                              Giogio
                              Partecipante

                                Buonasera,
                                Ci sono delle novità dall’ultima riunione del CdA?

                                Saluti

                              • #6480
                                Vito Mocella
                                Moderatore

                                  Il punto sul diritto si opzione è stato rinviato, ma nel corso della breve di discussione ho fatto presente che ogni decisione, eventuale, può riguardare solo il futuro e che le ristrutturazioni in corso o già completate avvalendosi dei criteri generali della delibera 29/2018 prevedono un diritto di opzione esteso a tutto il personale.

                                • #6498
                                  MAVE
                                  Partecipante

                                    Sul diritto di opzione, che deve essere garantito a TUTTI, è fondamentale salvaguardare sia i diritti degli opzionanti sia di coloro che non opzionano. E’ necessario vigilare che vi sia un reale coordinamento per la gestione di strumenti e spazi ed evitare lotte tra ricercatori che si contendono stanze/laboratori e strumenti. Mi sembra una cosa di buon senso, soprattutto in realtà dove gli spazi non sono idonei o laddove ci sono laboratori multifunzionali, che questi siano destinati ad un uso condiviso e non esclusivo. Non si può pensare di “cacciare” gli opzionanti da una sede di lavoro o viceversa dare una “spallata” ai non opzionanti perchè magari numericamente sfavoriti. Le ristrutturazioni sono state in gran parte pilotate dall’alto e non sono state supportate da misure adeguate sia logistiche sia finanziarie. Vi informo che il mio Istituto, neo costituito, ha la contabilità bloccata da 24 gg. Missioni basate su fondi inesistenti, fatture da pagare che non si possono pagare, stipendi dei precari che non vengono pagati. La ristrutturazione della rete scientifica mi sembra un intervento di chirurgia estetica mal riuscito.

                                  • #6543
                                    Giogio
                                    Partecipante

                                      Buonasera,
                                      Ho visto che il CdA ha approvato l’atto di indirizzo riguardante il diritto di opzione: cosa è stato deciso?
                                      Saluti

                                    • #6554
                                      Anonimo

                                        E’ stato deciso che il dirirtto di opzione riguarda
                                        il solo personale ricercatore.

                                      • #6555
                                        Vito Mocella
                                        Moderatore

                                          vedi lo stralcio http://ilnostrocnr.it/2018/10/31/stralcio-sintesi-del-cda-del-30-ottobre-2018/
                                          come detto a verbale un’applicazione retroattiva è, a mio avviso, illegittima

                                        • #6556
                                          MAVE
                                          Partecipante

                                            Ci sono colleghi tecnici che hanno esercitato il diritto di opzione in uscita da istituti soppressi e hanno già ricevuto il nulla osta dei direttori degli istituti riceventi. Gli si dirà “scusate abbiamo sbagliato”? Non è chiaro poi cosa si intende per “I consiglieri favorevoli all’approvazione dell’atto di indirizzo, hanno chiesto di inserire una raccomandazione ad accogliere le richieste di trasferimento effettuate dal personale tecnico amministrativo anche se al di fuori del diritto di opzione.” Di colleghi che non hanno opzionato? Ma allora, si poteva opzionare o no? In uscita? In entrata?

                                          • #6557
                                            Anonimo

                                              Io la interpreto così:
                                              “diritto di opzione per i ricercatori ed un impegno ad essere più elastici nell’accogliere domande di trasferimento (perché opzione non può essere) da parte del personale tecnico”

                                            • #6559
                                              MAVE
                                              Partecipante

                                                Quindi bisogna interpretare l’atto di indirizzo del CdA. Ottimo contributo alla chiarezza. Non potevano opzionale e quindi ok trasferimenti ma solo un pochetto. Quanto è retroattivo l’atto di indirizzo? Un pochetto

                                              • #6560
                                                Vito Mocella
                                                Moderatore

                                                  Le cose stanno così: io ho detto che ero non solo contrario all’atto di indirizzo ma ho sostenuto che, così come è formulato, l’atto di indirizzo è illegittimo perché pretende di interpretare in modo retroattivo e questo non è consentito. Ho quindi invitato i colleghi a non votare per una questione di legittimità dell’atto e non solo nel merito. Ho cioè detto che lo si poteva, eventualmente, adottare per le future ristrutturazioni facendo una nuova delibera che modificava la 29/2018. A fronte di questa mia obiezione, chiaramente fondata, gli altri consiglieri (votando io contro non potevo certo proporre io la modifica) hanno ritenuto opportuno di inserire una raccomandazione a concedere il trasferimento con le modalità usuali del regolamento (nulla osta in ingresso e in uscita). Ho aggiunto che, poiché a mio avviso la modifica è illegittima, ci espone a ricorsi del personale cui sarà negato il trasferimento/opzione che avranno un costo per l’Ente e avranno, quasi certamente, esito favorevole per chi effettuerà il ricorso.

                                                • #6561
                                                  MAVE
                                                  Partecipante

                                                    Grazie Vito. Ora mi è tutto chiaro

                                                  • #6569
                                                    Giogio
                                                    Partecipante

                                                      Ringrazio Vito per i chiarimenti. Occorrerà capire se e come la raccomandazione citata sarà recepita dai singoli Direttori. Il testo dell’atto di indirizzo è (o sarà) disponibile?
                                                      Saluti

                                                    • #6613
                                                      francesco
                                                      Partecipante

                                                        Buongiorno!
                                                        Qualcuno degli interessati si sta già adoperando per il ricorso contro il diniego del diritto di opzione?
                                                        Sapete se in qualche sede è emersa la volontà di intraprendere un’azione collettiva, eventualmente con il sindacato?

                                                        Grazie,
                                                        saluti

                                                      • #6614
                                                        MAVE
                                                        Partecipante

                                                          Su eventuali ricorsi non saprei dire. Chi dei tecnici ha opzionato nei termini e ha già il nulla osta del Direttore di Istituto ricevente, deve integrare la documentazione già presentata con il nulla osta del proprio Direttore. Naturalmente il modus operandi è stato suggerito dagli uffici centrali ma non vi è a questo proposito una nota ufficiale. Di fatto è una richiesta di trasferimento che il Direttore può legittimamente non soddisfare. I Direttori sono stati invitati alla elasticità…e valutare bene le domande di trasferimento. Chi ha deciso di andare via dal neo costituito Istituto lo fa per le ragioni più disparate compresa il fatto che ha acquisito competenze spendibili con ricercatori che hanno opzionato per altri Istituti. Con un maggiore coinvolgimento del personale si poteva ovviare a diversi problemi, presentare meglio i nuovi Istituti e soprattutto evitare di spaccare i gruppi di ricerca.

                                                        • #6615
                                                          francesco
                                                          Partecipante

                                                            Grazie MAVE!

                                                        Visualizzazione 24 filoni di risposte
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