Taggato: missioni
- Questo topic ha 6 risposte, 3 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 3 anni, 5 mesi fa da Gian.
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12 Ottobre 2020 alle 12:44 #8813GianPartecipante
Introduzione
Il disciplinare sulle missioni del CNR è un’interpretazione più stringente di norme dello stato a riguardo delle missioni fuori sede. Questa maggiore severità colpisce tutti i dipendenti ed in modo particolare i tanti ricercatori/tecnologi che sono costretti a recarsi in centri di misura internazionali spesso in località non facilmente accessibili coi mezzi pubblici. Questo ingenera una forte disparità di trattamento rispetto a personale parigrado di enti analoghi quali l’INFN o il personale universitario. In periodo di pandemia l’applicazione cieca di queste norme peggiora ulteriormente la situazione perché l’obbligo forzato dell’utilizzo dei mezzi pubblici espone il personale CNR ad un rischio ingiustificato di contagio. Pertanto vorrei proporre una raccolta di firme affinché possa esser modificato il disciplinare delle missioni almeno in regime di Pandemia, con la speranza che un’eventuale approvazione dal CNR questo possa costituire un valido banco di prova per verificare se la modifica possa essere estesa anche in regimi non pandemici.
Attenzione: il punto (1) del testo seguente è particolarmente importante in quanto il divieto dell’uso dell’auto propria è soprattutto legato a ragioni assicurative: essendo moltissimi i dipendenti CNR il costo dell’assicurazione diventerebbe subito esorbitante per l’ente.Proposta per il testo della petizione:
oggetto: modifica del disciplinare delle missioni cnr in regime di pandemia da covid-19
Al fine di limitare le probabilità di contagio durante le missioni fuori sede si chiede che venga permesso l’utilizzo dell’auto propria al personale CNR di ogni ordine e grado durante le missioni in Italia ed all’Estero a condizione che il richiedente:
1) fornisca una dichiarazione che manlevi l’ente da ogni copertura e/o
responsabilità assicurativa durante il viaggio;
2) fornisca un piano indicativo del viaggio;
3) produca tutti i giustificativi relativi al viaggio (scontrini del carburante, ristorazione, pedaggio autostradale e/o relativo a tunnel/traghetti o simili).
4) Non saranno rimborsati i viaggi che presenteranno scontrini relativi a
deviazioni non giustificate.DOMANDA: avete suggerimenti? Qualcuno mi puo’ aiutare a proporre una petizione con valore legale?
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12 Ottobre 2020 alle 16:03 #8814fedePartecipante
Salve, Gian. Non credo che il cnr accetti l’uso del mezzo proprio, se non per il raggiungimento di località non altrimenti raggiungibili, e la motivazione reale non è certo quella “assicurativa”. A mio giudizio, le limitazioni che hai aggiunto all’istanza, più che giustificata dai vari DPCM che si stanno succedendo e dalle condizioni reali di affollamento dei mezzi pubblici, non servono anzi sono controproducenti: non fanno che rafforzare la convinzione di diniego dell’amministrazione. Inoltre, credi veramente che, se mai fosse accettata una simile richiesta, l’amministrazione non metterebbe tanti di quei paletti da rendere la missione con il proprio mezzo praticamente a totale spesa (imprevisti compresi) di chi va in missione?
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12 Ottobre 2020 alle 16:12 #8815GianPartecipante
Buongiorno,
guarda , so per certo che quella assicurativa è una delle motivazioni principali se non quella principale (!). Mi ero già picchiato a proposito delle missioni tempo fa.
Non sono per nulla d’accordo con cio’ che scrivi e mi dispiace anche il “tono”, di cio’ che scrivi che è del tutto rinunciatario (ma magari mi sbaglio).
Viceversa che so per certo che il problema delle missioni è molto sentito perché sono in molti che come me sono costretti a saltare da un mezzo pubblico all’altro per raggiungere la facility internazionale dove hanno avuto una misura approvata.
Poi c’è un problema di interpretazione di una norma STATALE che il cnr applica in modo più stringente…
Insomma le scelte sono due: o diventiamo tutti teorici oppure ci battiamo….. vedi tu
cordiali saluti
g.
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12 Ottobre 2020 alle 16:24 #8816fedePartecipante
Cara/caro Gian, mi dispiace averti dato l’impressione di rinunciataria, non lo sono affatto. E, oltre ad essere teorica (questo sì, lo ammetto) sono anche molto concreta e,soprattutto, combattiva. Ho solo dato il mio parere, come da te richiesto, dall’alto dei miei primi trent’anni di cnr…tutto qui. Se il mio parere ti sembra superfluo, puoi tranquillamente ignorarlo.
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14 Ottobre 2020 alle 19:01 #8817RobertoCabrubPartecipante
Attualmente se i tuoi campioni sono fragili, delicati, pesanti (o qualunque altra cosa che giustifichi di evitare il mezzo pubblico) puoi trasportarli con la tua auto in Italia (credo non all’estero) e ti viene rimborsato il biglietti del pulman o del treno in seconda classe.
Per questi motivi uso l’auto con una certa regolarità anche se è ovviamente antieconomico (niente rimborso di pedaggi, carburante o altro).
il problema è cosa chiedi che venga rimborsato.
Personalmente sarei per una revisione molto più profonda del disciplinare delle missioni che è veramente vessatorio in molte cose.-
15 Ottobre 2020 alle 8:35 #8819fedePartecipante
Salve a tutti. La proposta di revisione del manuale mi sembra di buon senso. Le norme nazionali sul rimborso vengono completamente stravolte in quel manuale, redatto addirittura da una “signora”. Tanto per fare un esempio (ma potrei farne molti altri), si esclude la missione nel luogo di residenza: ovvio che non possa essere rimborsato il pernottamento, ma le norme prevedono che almeno le spese per i mezzi di trasporto vengano rimborsate. Invece no, dobbiamo accollarcele noi.
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15 Ottobre 2020 alle 9:57 #8820GianPartecipante
Buongiorno a tutti,
vi ringrazio delle vostre risposte. Vorrei aggiungere qualche riflessione. E’ da molti anni che mi faccio dei travasi di bile per questo disciplinare sulle missioni che, scusatemi, ma non permette NULLA, proprio NULLA. Me lo sono spulciato più volte (quando usci’). Ci sono delle possibilità di deroga (“i direttori -e responsabili di sede- in realtà possono autorizzare in deroga al manuale”) ma tutto è lasciato all’arbitrarietà dei direttori di istituto che in gran parte non si accolla la responsabilità di alcuna deroga.
Scusate lo sfogo, ma passi il lavorare senza una dotazione minima (non parlo di chissà ché ma di spiccioli), passi la logica progettuale contorta a cui allibiti siamo costretti a sottostare, passi tutto, ma che ci venga negato l’unica piccola libertà che è ancora rimasta perché sconnessa alla grande progettualità ovvero la possibilità di andar a far misure o all’estero (stm) o in grandi facilities internazionali tramite proposal, vuol dire ridurre i ricercatori a “semplici Travet della ricerca”. Peggio, in periodi di pandemia come questo ci espone anche ad un rischio contagio.
Ora, il problema principale che vedo è il seguente: non possiamo chiedere aiuto ai sindacati né agli organi rappresentativi dei ricercatori: questo prevede richieste “soft” e sempre poste in secondo piano rispetto a problemi maggiori. Ad esempio, per i sindacati, una della problematiche principe (come è logico che sia) è legata ad esempio al precariato. Tutto giustissimo. Ma una volta entrati, i problemi sembrano sparire….
A mio avviso è necessaria un’azione “bottom-up” , ovvero una cosa come una raccolta di firme che metta nero-su-bianco quanti sono ingiustificatamente vessati da queste norme idiote e che metta la diriginza un po’ con le spalle al muro.
Quindi, la mia domanda è chi ha voglia di darmi una mano a mettere su una raccolta di firme?
grazie
Vi lascio il mio cel per chi volesse contattarmi in privato: 3405701001
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