Taggato: Rientro CNR
- Questo topic ha 7 risposte, 2 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 3 anni, 5 mesi fa da fede.
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4 Settembre 2020 alle 13:45 #8755gioluPartecipante
Ciao a tutti, scrivo per sapere come avete “interpretato” alcune questioni che ora si fanno abbastanza stringenti. La prima riguarda le norme di sicurezza. Parlando con vari colleghi ci si domanda se per nostra tutela non valga la pena di introdurre tamponi periodi per chi e’ a contatto con i colleghi. (Dal canto mio mi sembra che l’indicazione sia quella di procedere a piu’ tamponi possibile da parte del governo e potrebbe essere uno strumento ulteriore da adottare oltre alle attuali norme di sicurezza). La seconda questione e’ sul rientro al 50%. Non so da voi, ma nella mia sede ogni istituto e ogni unità operativa ha interpretato in modo diverso. C’e’ chi considera il 50% del personale sull’Istituto, chi il 50% su ogni unità operativa, chi per ciascun ricercatore e infine alcuni direttori hanno chiesto a ciascuno quale percentuale di smart working sia “meglio compatibile” con il proprio lavoro. Infine, notando che, dalla circolare, chi svolge lavoro fuori sede e’ considerato in presenza, a rigor di logica Ricercatori e TD che da contratto possono gestire il proprio orario di lavoro con rendicontazione mensile, dovrebbero poter decidere se svolgere dei giorni presso i laboratori o per lavorare fuori sede (ivi compresa la spinosa interpretazione del luogo di residenza/sede di lavoro su cui le interpretazioni di alcuni sindacati, la cabina di regia etc non sono convergenti). Vi ringazio in anticipo per i vostri commnenti.
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18 Settembre 2020 alle 11:21 #8772fedePartecipante
Salve a tutti. Nel mio istituto il piano di rientro era partito già anteriormente al 15 settembre, e sinceramente, non sono riuscita a comprendere il criterio a cui si ispirava il vecchio piano così come non sono riuscita a comprendere il criterio di quello che è iniziato il 15 settembre: sarà un mio limite, ma sia su base del 50% per unità di personale che sul 50% di tutto il personale a me i conti non tornano. Inoltre in precedenza era possibile svolgere lavoro agile da casa anche nei giorni in cui si era autorizzati a lavorare in istituto, mentre stamani, ovvero dopo più di una settimana dalla comunicazione ufficiale del piano di rientro, è uscita fuori una novella comunicazione in cui si dice che chi non va in istituto nei giorni previsti deve essere considerato in ferie. Forse sbaglierò, ma a me tutto questo sembra in contrasto con l’ultimo DPCM che proroga lo stato di emergenza e la modalità di lavoro agile fino al 31 ottobre. Non voglio con questo affermare che non bisognava riprendere ad andare in istituto, tutt’altro, ma che è un controsenso tramutare un’autorizzazione in un obbligo, almeno fino al 31 ottobre.
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18 Settembre 2020 alle 11:37 #8774gioluPartecipante
secondo me, visto che ritorna valido il contratto (parlo per R&T) che avevamo prima di accettare (a volte obtorto collo) il contratto di smart working (che in realtà era più un home working), continuano a valere le prerogative di prima. Il lavoro fuori sede e’ lavoro in presenza e quindi non vedo perche’ chi lavoro fuori sede deve prendere ferie. Autocertificherai a fine mese le tue ore di lavoro. E visto che si tratta di autocertificazione non ti puo’ essere rifiutata. Io la vedo cosi’ ma sarei felice di avere riscontro a riguardo
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18 Settembre 2020 alle 16:08 #8775fedePartecipante
Ecco il testo della comunicazione odierna:
Cari colleghi, con la nuova fase del rientro al 50% in istituto, in accordo con il Direttore, si precisa quanto segue:
• È necessario utilizzare il badge in ingresso e uscita dall’ Istituto;
• Dal mese di settembre saranno nuovamente considerate le varie indennità previste per i dipendenti, ovviamente in relazione al numero di giornate di presenza in Istituto;
• Dal mese di settembre saranno considerate le ore in difetto o in eccesso, con le solite modalità di recupero per le ore in difetto (entro il mese successivo) o di utilizzo come recuperi o riposi compensativi per quelle in eccesso;
• Se nella giornata prevista per il rientro in Istituto non sarà possibile, invece, garantire la presenza, il dipendente sarà considerato assente e dovrà giustificare con ferie o altro;
. Per il lavoro esterno sono valide le indicazioni precedenti alla fase di emergenza, dunque comunicazione preventiva e autocertificazione con luogo, orario e attività;
• I buoni pasto saranno ancora distribuiti a consuntivo, previo invio del flusso tramite scrivania digitale.Secondo te, l’autocertificazione nei giorni in cui sarei dovuta essere in istituto mi sarà accettata? Sicuramente no, altrimenti questa comunicazione, proveniente tra l’altro da personale amministrativo di tipologia “dirigenziale” (una nuova qualifica cnr) non avrebbe senso, almeno non per i ricercatori. Nota poi come il contratto per i ricercatori sia violato in più punti, ad esempio prevedendo nell’autocertificazione la descrizione dell’attività.
Grazie comunque per la tua risposta, te ne sono grata. -
22 Settembre 2020 alle 10:13 #8778gioluPartecipante
La ricezione dell’autocertificazione non puo’ essere rifiutata. A quanto ne so rimane sempre valido
“L’attività che ricercatori/tecnologi svolgono fuori sede va autocertificata mensilmente (art. 58 CCNL 2002)
Trattandosi di un’autocertificazione essa non può esser soggetta ad alcuna autorizzazione ed è svolta in piena autonomia dal ricercatore/tecnologo nel quadro dell’autonoma gestione del proprio lavoro.
Ai sensi dell’art. 5 comma 6 del CCNL a ricercatori e tecnologi “la consegna dei buoni pasto avviene sulla base di apposite dichiarazioni del dipendente di effettuare l’orario di lavoro di cui al comma 2.”, ovvero almeno 6 ore con la relativa pausa.
Vi raccomandiamo, pertanto, di accompagnare l’autocertificazione delle ore di lavoro fuori sede con l’apposita dichiarazione per la fruizione dei buoni pasto.”
http://www.articolo33.it/index.php?option=com_content&view=article&id=160:modulo-di-autocertificazione-ai-sensi-del-&catid=41:moduli&Itemid=37-
29 Settembre 2020 alle 17:38 #8788fedePartecipante
Grazie mille, giolu. Spero di aver compilato bene il modulo, inserendo il monte ore complessivo per i giorni in cui non sono andata in istituto, indipendentemente dall’autorizzazione, e ho indicato i due giorni in cui pur essendo autorizzata, ho lavorato per più di 6 ore da casa per non creare inutile affollamento in istituto. Ribadisco che i conti a me non tornano, e credo di aver individuato il motivo: un’ipotesi è che i non strutturati siano stati inclusi nel totale dei “dipendenti”, ma esclusi dal numero di presenze in istituto. Ribadisco anche che non sono in principio contraria a che si superi la percentuale del 50% delle presenze, ma se la percentuale viene superata ciò deve essere chiaro a tutti poiché conti approssimativi e sottostime andrebbero sicuramente a scapito delle misure di sicurezza.
Comunque tra qualche giorno consegnerò il modulo messo a disposizione da Articolo 33,che pure ringrazio, e ti farò sapere.
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22 Settembre 2020 alle 10:14 #8779gioluPartecipante
(post duplicato)
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12 Ottobre 2020 alle 12:18 #8812fedePartecipante
Grazie ancora, giolu: a fine settembre ho presentato l’autocertificazione secondo i tuoi suggerimenti e, almeno finora, sembra che tutto sia andato liscio. Ho però un altro interrogativo: non mi sono stati corrisposti i buoni di marzo, con la giustificazione che l’amministrazione centrale ha disposto la corresponsione dei buoni ai lavoratori agili a partire dal mese di aprile. Secondo me, visto che i buoni vanno corrisposti anticipatamente e quelli di marzo erano già stati distribuiti prima del DPCM 11 marzo 2020 (che ha esteso la modalità di lavoro agile a tutto il territorio italiano), la precisazione dell’amministrazione centrale va intesa in questa ottica e anche i buoni di marzo devono essere corrisposti, tanto più che è stata richiesta la rendicontazione anche dell’attività di marzo. Tu sai per caso come si sono comportati al riguardo gli altri istituti?
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