Stato di salute dell’ENTE

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  • Questo topic ha 6 risposte, 3 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 3 anni, 4 mesi fa da giuseppe.mattioli@ism.cnr.it.
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    • #8858
      Diego Breviario
      Partecipante

        BREVE STORIA IN CHIAVE IMMUNITARIA DEL CNR : DALLA TOTIPOTENZA ALLA DEPRESSIONE

        L’organismo CNR nasce, come un po’ tutti gli uomini, su grandi aspettative, al tempo alimentate da un favorevole clima internazionale e affidate ad un educatore scientifico di rara grandezza che sapeva di matematica. D’altra parte l’avevano pur chiamato Consiglio Nazionale delle RICERCHE e non delle scartoffie. In aggiunta, gli avevano dato il nomignolo di Ente MORALE, così che il suo cammino nel mondo rimanesse puro, impermeabile agli interessi privati e alle interferenze della società e della politica. Come quando si chiama un figlio Libero o una figlia Bianca. Speranze e intendimenti che, come in un classico racconto del De Amicis, suo coevo, furono presto compromesse da uno stato di povertà economica e culturale che negò il necessario sostegno economico, una sede, un buona dieta alimentare, ridottasi a cucchiaiate di olio di ricino, e la libertà di pensiero. Il matematico fu cacciato e il suo posto usurpato da una congrega di cortigiani indottrinati, sostenuti dalla forza persuasiva del manganello, non della RAGIONE. Si trattò quindi di un infanzia e una adolescenza molto difficili, trascorse sotto un padre padrone che, come ben sanno gli psicologi e gli epigenetisti di oggi, avrebbero potuto bloccarne lo sviluppo, lasciare traumi, fragilità e strascichi di ogni tipo. L’organismo CNR crebbe così un po’ rachitico e gracilino ma col tempo si seppe bellamente rimettere e rafforzare perché nonostante più di una crisi, per altro inevitabile dato il pregresso, non intaccò mai, o solo fugacemente, la sua intelaiatura di base che definiremo totipotente perché, organizzata in tre principali componenti interattive tra loro, poteva dispiegarsi in più direzioni, abbracciando le più diverse discipline del sapere .
        Bisogna infatti sapere che un corpo, un organismo, è frutto di un tacito contratto sociale tra le diverse parti che lo compongono, distrutto il quale tutte ne subiscono danno e alla fine periscono. Le cellule delle ossa sono ben contente di fungere da sostegno a quelle dei muscoli e badano bene di non invadere il cervello. Tutte sono utili e si rispettano perché ognuna ha diversi compiti da svolgere. Le cellule delle ossa non contestano se alle loro sorelle muscolari o neurologiche arrivano più zuccheri, diciamo buoni pasto, perché sanno che servono per muoversi e ragionare così come invece pretendono che a loro venga riservato il calcio, non un calcio. Il contratto sociale, cioè l’accettazione di stare all’interno dei propri confini svolgendo la propria funzione, viene fatto rispettare dal sistema immunitario che sorveglia che nessuno faccia stranezze, che ognuno venga rispettato per quello che è, il self, e che nessun fattore sconosciuto si sogni di interferire. In caso di sovversione, il primo ad entrare in azione, a schierarsi a favore dell’integrità dell’organismo è il sistema immunitario innato che si basa sull’iniziale grido di allarme lanciato dalla giunta del complemento, un insieme di fattori DI, che , trovandosi già sul posto, hanno il compito di reprimere sul nascere anomalie e prevaricazioni attivando tra le altre le cellule NK, Nurturing Knowledge, che agiscono con il potere persuasivo delle armi della RAGIONE e della LOGICA. La giunta del complemento, riunita dai diversi distretti, ha poi il compito, mentre impegnata a contenere la crisi, di avviare la seconda fase, di avvertire il grosso della truppa perché prepari le necessarie armi per non soccombere, mobilitando le sue riserve prima che gli vengano sottratte. Chiama quindi a raccolta le cellule B e T del sistema immunitario adattativo. Le cellule B devono produrre anticorpi che per semplicità limiteremo alle IgM, M per MERITOCRACY, e IgG, per INTELLECTUAL GRASP, perché la campagna di difesa deve innanzitutto poter contare sull’INTELLIGENZA ed il VALORE delle sue truppe. I T invece non producono armi difensive ma si armano loro stessi in genere attraverso adunate, assemblee organizzate dalle rappresentanze T helper. Ricordiamo che tutto questo disegno si deve efficacemente innescare qualora avvenissero invasioni di campo che possono pure riguardare un Self debordante e prevaricatore, amante dei selfie.
        Ora si sa che un organismo tanto più invecchia tanto più fatica a conservarsi in modo efficiente. Tanti sono gli attacchi che subisce nel corso della sua esistenza e alcune sue cellule vanno in pensione e con esse una memoria immunitaria indispensabile per addestrare le nuove truppe. Chi entra non ha memoria e sarebbe bene che la mutuasse da chi la possiede, invece di rifiutarsi, attivando pericolose vie inesplorate e autoimmuni. Fu però così, tornando al CNR, che dopo vari tentativi, spesso isolati, mossi dai più diversi mestatori, comunque sempre indirizzati a modificare l’impianto generale a beneficio o loro o del loro stipite cellulare, l’intelaiatura di base dell’organismo CNR cominciò progressivamente a mutare, a confondersi, a sgretolarsi, a stravolgersi. Furono a tal fine molto utili le armi dell’adescamento, della propaganda, del ricatto, della collusione e dell’illusione. Sotto la pressione di molteplici insulti antigenici, anti-organismo, i primi a cedere furono i fattori DI, quelli della giunta del complemento, che per lo più decisero di lasciar fare. Veniva così abbattuta la prima linea di sorveglianza lasciando spazio e tempo all’avviarsi di modifiche sostanziali della struttura dell’organismo ulteriormente favorite da un processo di massificazione e de-differenziamento cellulare che, con il contributo di una combinazione inedita ma efficace di più fattori (P, D, O, S & I) ha finito per compromettere anche il sistema immunitario adattativo ora principalmente costituito da cells non B e non T. Fatti salvi alcuni pochi deboli capisaldi, destinati a scomparire, si va verso uno stato conclamato di immunosoppressione, proprio ora che imperversa SARS-COV-2 !!
        Ecco allora che i confini tra le tre componenti di base si confondono, ogni self si enfia e invade il tessuto degli altri. Si perdono di vista gli obiettivi, le funzioni e le basi costituenti e nessuno ne è responsabile. Chi è responsabile del bilancio? Chi della produzione scientifica? Chi dei servizi? E come si accerta il buon svolgimento di queste funzioni dell’organismo? Attraverso bilanci in attivo, prodotti scientifici, trasferimento di tecnologie o con brevi annotazioni quotidiane quali : attività ammnistrativa, tecnica e scientifica, apposte sulla scrivania digitale ??? Il de differenziamento in corso e fortemente voluto, accompagnato dall’annientamento della reazione immunitaria a tutela della SCIENZA e del SAPERE, fa saltare i confini lasciando spazio a gravi forme di ambizioma, sodaloma, carrieroma, infingardoma, che stanno consumato l’organismo CNR, non più in grado di difendersi. Le metastasi sono assembramenti di cellule gioiose, spesso indifferenziate, che banchettano a scapito dell’intero organismo salvo poi morire con lui.
        Bresky
        7 Novembre 2020

      • #8860
        Sabino Maggi
        Amministratore del forum

          Bellissima descrizione/parabola del CNR passato e presente, nonché del suo oscuro, oscurissimo futuro. Ma credi che chi deve intendere abbia voglia di capire?

        • #8861
          Diego Breviario
          Partecipante

            Probabilmente No , ma dobbiamo farci comunqnue sentire.
            Siamo cellule della sorveglianza, speriamo non solo della memoria.

          • #8862
            Diego Breviario
            Partecipante

              UN BUCO KAFKIANO CHE RISCHIA DI INGHIOTTIRE IL CNR DELL’AUTONOMIA DELLA RICERCA

              Da qualche giorno il CNR è al centro di una vicenda kafkiana. Non che sia la prima. Tutti sanno, dai Dirigenti è arrivato fino alle suddite maestranze, che il bilancio a preventivo presenta un disavanzo di svariate decine di milioni di euro. Tutti ne parlano con minor o maggior contezza, ma nessuno lo documenta, lo tratta, lo afferma esplicitamente. Non si sa quindi per certo a quanto ammonta l’ammanco e perché si è creato. Ma sicuramente c’è, perché si susseguono da giorni, frenetici incontri tra le alte sfere dell’Ente, mentre la manodopera ne aspetta preoccupata l’esito.

              Perché preoccupata? Perché stranamente, lei che è tenuta fuori dai giochi e non ha certo alcuna responsabilità in merito, sarà con tutta probabilità chiamata a salvare il bilancio, a riparare il danno con i suoi risparmi, quelli che si è procurata con il suo lavoro, tenace, competitivo, creativo, finanziato da Enti e Agenzie esterni e per soli scopi di ricerca.

              Ora dico io, visto che hai l’ardire della profanazione, che ti accingi a requisire soldi di altri messi da parte per i tempi difficili, comunque sempre per onorare l’immagine e il valore della ricerca che si conduce nell’Ente , vorrai tu Dirigenza metterci al corrente di come intendi impiegarli? Quali voci del bilancio provvederai a sanare? Chissà, magari ne potremmo pure essere fieri perché fa differenza sapere se i nostri risparmi ci saranno estorti per sanare spese allegre, far fronte a effettivi imprevisti o finanziare bandi già lanciati e privi di copertura. Oppure servirà a pagare il personale in una sorta di ritrovato spirito comunista ? Oppure ecumenico? Chi più ha più mette?

              Sì perché orientandomi in numeri che non hanno colpevolmente il marchio della ufficialità se è vero che la spesa del personale è lievitata in due anni dall’80% al 95% e l’ammanco è circa il 10% della dotazione necessaria, ne consegue che invero qualcuno di noi finisce con il pagarsi lo stipendio. Oltre la Comune! Ma come decifriamo capacità e bisogni secondo il noto aforisma di Marx? Mentre tutti in coro ci appelliamo al necessario aumento del FOE/Godot, il nostro comune mito salvifico!

              Ma per fare cosa? E con quali priorità? La battaglia probabilmente già persa si sposta sul RACF proposto dal Ministero, la cui gravità, per quanto minaccia l’autonomia della ricerca, pare non essere pienamente recepita anche da una parte delle maestranze. Se così sarà, il CNR si avvierà verso una completa metamorfosi, trasformandosi in un organismo esecutivo, senz’anima.

              Almeno quello di Kakfa, per quanto inquietante, era pur sempre un realismo magico! DB

            • #8864
              Sabino Maggi
              Amministratore del forum

                Diego, il CNR è alla frutta. Colpa di questa dirigenza, ma colpa anche di anni ed anni di malgoverno, unito a sprechi e ruberie sempre più nauseanti. E ogni volta, ad ogni crisi, si chiede a noi di coprire, con i soldi che ci procuriamo con tanta fatica per fare ricerca, i disavanzi, gli ammanchi, i buchi creati di una gestione dissennata di cui non abbiamo nessuna colpa.

                Una gestione che controlla con attenzione maniacale che lo scontrino del nostro panino “parli” una lingua perfetta ma che non si cura di spendere decine di milioni in affitti strampalati (vedi la nuova area di ricerca di Bari messa in un mercato), simil-progetti natalizi ad uso dei soliti noti, televisioni senza spettatori e così via.

                E allora, lo sostengo da anni inascoltato, visto che ogni nuova decisione, ogni nuova circolare, ogni nuova riunione dei dirigenti ci mette sempre più nell’impossibilità di fare ricerca, smettiamola un volta per tutte di impegnarci a portare soldi all’ente con i nostri progetti, concludiamo quelli attivi e stop. A che pro sprecare un sacco di tempo per fare progetti, se poi ogni spesa anche banale richiede un impegno erculeo (io ho appena sprecato due mesi per gestire un ordine di 4 computer e accessori) e soprattutto se ogni anno se ne inventano una nuova per portarci via quello che ci siamo faticosamente guadagnati, con il solo scopo di coprire perdite create da altri? Portare questa situazione alle estreme conseguenze è l’unico modo per mettere dirigenza e ministero di fronte alle loro gravi responsabilità.

              • #8878
                Diego Breviario
                Partecipante

                  ALCUNE RIFLESSIONI DOPO LA PUNTATA DI REPORT DEL 16 NOVEMBRE SUI VACCINI ANTI COVID 19
                  L’aspetto più pietoso della trasmissione di ieri di Report, dedicata alla produzione di un vaccino anti SARS-Cov-2 , IRBM-Oxford Uni commercializzato da AstraZeneca, sta in quella contrapposizione di immagini, voluta, tra il campus e gli edifici di IRBM : moderni, curati, professionali, dotati al loro interno di strumentazione abbondante e adeguata e lo spaccato di una struttura del CNR scelta per il suo considerevole stato di degrado, con fili elettrici scoperti, tubi esposti, muffa. Una contrapposizione involontariamente, ma efficacemente riproposta anche nell’aspetto fisico dei due testimonial. Azzimato, elegante, sicuro di sé, glabro, impomatato e fin lucido sul cranio l’esponente dell’azienda privata, arruffato, informale e irsuto l’esponente del CNR. Un contrasto ricercato che induce lo spettatore a chiedersi : ma a chi affidereste la produzione di un vaccino ?

                  La parte più stupefacente però, contraria a qualunque narrazione montata sul classico confronto tra il ricco e il povero, e che, in questa vicenda, è il povero a dare soldi al ricco. Il ricco lo è grazie al povero. Che verrebbe da dire: ma tu povero, tieniti un po’ di soldi per incassare i fili, togliere il nastro adesivo dai muri, rifare il tetto e dare una bella imbiancata. Abbiamo infatti appreso che attraverso numerosi contratti e di vario tipo il CNR ha promosso il trasferimento di decine di milioni a IRBM. Lo ha fatto anche per la fase 1 della produzione di un vaccino che, da quanto riportato, sembrerebbe prendere il volo verso GSK/Glaxo. Ora, e non celio, può pure essere che questo sia un buon investimento, che il passaggio di soldi pubblici a privati si traduca in guadagni ma se è così, e soprattutto ora, sarebbe il caso di farlo sapere. Diversamente, siamo lasciati con la sensazione che il nostro non sia un Ente di ricerca ma un’ Agenzia per il finanziamento della ricerca, di altri. Un ruolo che al momento confligge con la missione del CNR a meno che si stia meditando di cambiarla, come indurrebbero a pensare alcuni recenti segnali e una nuova mentalità.

                  Tutto questo contrasta ulteriormente con lo stato di attuale crisi economica del CNR che si trova a dover appianare un disavanzo di decine di milioni del suo bilancio preventivo a fronte di un Fondo ordinario di esercizio soffocato delle ingenti spese di personale. Ora, se il destino del CNR è quello di diventare Agenzia, di trasferire i soldi, di passare le carte in un processo di dequalificazione che mi sembra già a buon punto, il problema non esiste. Non gli servono laboratori, ricerche , strumentazione. Se al contrario vuole continuare a fare ricerca, come sarebbe nella sua missione, allora sì, il problema non solo esiste ma è rilevante. La questione del Regolamento Ammnistrativo di Contabilità e finanza è tutta qui. Vogliamo impiegati o ricercatori?

                  Ma allora, abbiamo davvero necessità di ricercatori visto che al momento del bisogno, e con la sola eccezione dell’Università di Oxford, è la ricerca privata a tenere banco ? A produrre ciò che serve alla società? Bè se riflettiamo un attimo e ripassiamo la storia recente della conoscenza biologica, scopriamo che tutta questa potenza di fuoco messa in campo dalle aziende private, per altro ben sovvenzionate dagli Stati, si sviluppa su ricerche e risultati prodotti nelle Università e nei laboratori di ricerca pubblici ben 40 anni fa! Sì è proprio nei favolosi anni 80, e chi scrive c’era e ne è orgoglioso, che nascevano le tecniche del DNA ricombinante, il sequenziamento degli acidi nucleici, l’uso di vettori di origine virale (incluso adenovirus) e dei liposomi per le trasfezioni del DNA, le tecniche di produzione degli anticorpi monoclonali. Senza quelle ricerche , senza quei risultati IRBM e le consorelle sarebbero tutte chiuse.
                  Ma queste ricerche, esplorative, di frontiera, sono costose e non promettono profitti immediati. Per questo devono essere sostenute dai governi e non si può vedere che siano invece i ricercatori a dover provvedere a pagarsi lo stipendio e mantenere aperto l’Ente. E poi veniamo sbeffeggiati perché non possiamo permetterci l’acquisto di anche un solo strumento di NMR, il cui costo medio si aggira sui 3 milioni di Euro. Ma va la.

                  DB Milano 17 nov 2020

                • #8879
                  giuseppe.mattioli@ism.cnr.it
                  Partecipante

                    Qualcuno, anche in parlamento, comincia a chiedersi e a chiedere al Ministro se questo modo di finanziare la ricerca privata con i soldi pubblici sia quello più corretto…

                    Atto n. 3-02080 (in Commissione)

                    Pubblicato il 10 novembre 2020, nella seduta n. 273

                    VERDUCCI – Al Ministro dell’università e della ricerca. –

                    Premesso che:

                    il decreto di riparto del fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca (FOE) per il 2020 è sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari competenti. Il fondo è articolato in 4 capitoli principali per ciascuno degli enti. All'”assegnazione ordinaria” si aggiungono quote accessorie per la “progettualità di carattere straordinario”, le “attività di ricerca a valenza internazionale” e la “progettualità di carattere continuativo”;

                    per il Consiglio nazionale delle ricerche, stante un’assegnazione ordinaria di 586.296.605 euro, le quote accessorie sono così ripartite: 12.230.000 euro per la progettualità di carattere straordinario, 31.640.000 per le attività di ricerca a valenza internazionale, 26.000.000 per la progettualità di carattere continuativo, per un totale di 69.870.000 euro. Le tabelle allegate al decreto di riparto riportano in dettaglio l’assegnazione dei fondi accessori alle singole iniziative, evidenziando le variazioni tra le quote relative al 2019 e quelle relative al 2020 e descrivendo molto brevemente la natura delle attività finanziate;

                    considerato che:

                    nessuna delle attività del CNR finanziate dal Ministero vigilante con tali quote accessorie risulta essere stata scelta mediante bando competitivo o altra procedura equivalente e compatibile con i migliori standard internazionali, come previsto dal decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218;

                    nella maggior parte dei casi le attività pluriennali del CNR finanziate dal Ministero con le quote accessorie non risultano essere state sottoposte a procedure pubbliche di rendicontazione scientifica, laddove la rendicontazione amministrativa è un atto dovuto, da parte di organismi indipendenti, compatibili con gli standard internazionali di valutazione in itinere dei progetti di ricerca e doverose in tutti i casi di impiego di risorse pubbliche per attività scientifiche;

                    da quanto risulta nessuna delle attività del CNR finanziate nel FOE 2020 è stata discussa preventivamente e pubblicamente con gli organi statutari dell’ente, con particolare riferimento al consiglio scientifico generale ed ai consigli scientifici dei dipartimenti, né tantomeno per la richiesta di un parere consultivo, così come previsto dallo statuto del CNR, sulle tematiche di ricerca che possono giovarsi di finanziamenti pubblici diretti;

                    alcune delle attività del CNR finanziate nel FOE 2020 prevedono il trasferimento di fondi ad enti ed istituzioni di ricerca non elencati tra quelle destinatari del FOE all’articolo 1 del citato decreto legislativo;

                    alcuni di tali beneficiari ricevono finanziamenti da molti anni rendendo pertanto auspicabile che le iniziative così finanziate abbiano da tempo raggiunto uno stato di autosostenibilità strutturale che non richieda ulteriore erogazione di finanziamenti;

                    rilevato che in assenza delle procedure di cui sopra non sono fornite alle Commissioni parlamentari competenti tutte le valutazioni ed informazioni necessarie ad esprimere il proprio parere sul decreto di riparto del FOE,

                    si chiede di sapere:

                    se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e se ritenga compatibile con la legislazione vigente, ed in particolare con l’articolo 2 del decreto legislativo n. 218 del 2016, la prassi di finanziare attività di ricerca senza bandi competitivi, senza rendicontazione scientifica, senza il controllo delle comunità scientifiche di riferimento e al di fuori dalle prassi adottate dalla comunità scientifica internazionale;

                    se non ritenga opportuno procedere alla nomina del consiglio nazionale dei ricercatori e tecnologi così come previsto all’articolo 8, comma 7, del decreto legislativo n. 218 anche al fine di esercitare il controllo;

                    se ritenga compatibile con la legislazione vigente il trasferimento di quote del FOE da parte di un’amministrazione pubblica propriamente destinataria del finanziamento ad entità esterne al sistema degli enti pubblici di ricerca, in mancanza di procedure competitive di assegnazione dei fondi e di specifici e motivati accordi di partecipazione ad iniziative nazionali ed internazionali;

                    se ritenga opportuno prevedere il superamento del sistema di quote accessorie del FOE ed il loro conferimento, parziale o totale, in sede di assegnazione ordinaria degli enti di ricerca, in modo da stimolare procedure autonome che rientrino nel controllo degli organi statutari degli enti per il finanziamento di progetti di ricerca o la creazione di partenariati di ricerca.

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